Oggi la Fiorentina ha presentato il neo regista della squadra, Lucas Torreira, arrivato dall’Arsenal dopo una stagione in prestito all’Atletico Madrid.
Sei un centrocampista molto forte, uomo di grande ordine davanti alla difesa. Ti definisci un regista puro o una sua interpretazione moderna?
Mi piace giocare sempre la palla, sappiamo che vogliamo costruire dal basso. Al mister piace molto utilizzare il mediano. E’ un ruolo che ho fatto benissimo alla Sampdoria con Giampaolo. Ho giocato a 2 ma anche a 3.
Per te Firenze credo sia un punto di arrivo importante, dove poi vuoi arrivare con la Fiorentina?
Abbiamo una grandissima squadra, la società crede in noi. Presto parlare di obiettivi. Per me importante ora conoscere i compagni, il mister e le idee di gioco. Spero di far divertire i tifosi.
Che cosa ha impedito il tuo arrivo a Firenze nelle scorse sessioni di mercato?
Sono stato venduto dalla Samp all’Arsenal, un grande salto. Poi l’anno scorso ho scelto di andare all’Atletico ed ho vinto la Liga. Per me l’importante è giocare. Vero che si parlava di me alla Fiorentina già dalla Samp, ora l’opportunità è arrivata, voglio sfruttarla al massimo.
Sai cosa significa essere allenato da grandi allenatori. Come ti trovi con Italiano?
L’ho visto anche l’anno scorso allo Spezia, ha fatto molto bene. Si è già vista la sua idea di calcio, grande voglia di giocare. In questi giorni l’ho sentito tanto, gli piace sempre urlare e fare le cose nel modo giusto.
Oltre alla Fiorentina altri?
Ho detto al mio procuratore che volevo tornare in Italia dopo la Copa America. Ci sono state altre offerte ma quella che più mi ha convinto è stata la chiamata di Pradè, persona molto importante, mi ha aiutato quando ero alla Samp. Ho creduto alla sua parola e a quella della società. Nell’ultimo mese ho parlato più con lui che non mio padre (ride, ndr).
Oddo ha detto che chi diceva che Torreira è un giocatore basso ma mena. Te sei sempre questo giocatore o sei cresciuto?
Sono cresciuto in tante cose a Londra, ogni allenatore ha le sue idee e devi abituarti. Anche a Madrid con Simeone, allenatore forte. Massimo è una persona importante. E’ una persona a cui voglio molto bene, mi ha insegnato tanto.
Cosa ti chiede Italiano di fare in campo?
Tanto non ti posso dire, al mister piace giocare, avere la palla. Contro il Torino abbiamo avuto tanto palleggio, tante occasioni da gol. All’ultimo poi abbiamo un po’ sofferto. Pian piano inizio a capire lui ed i miei compagni. Il mister poi decide chi va in campo, spero di essere pronto già per Bergamo.
Noi siamo campioni d’Europa ma hai giocato in campionati che vengono considerati migliori dei nostri. Visto che hai iniziato in Italia, quanto è distante la Serie A da questi due campionati?
Penso che lontani non siete. Il campionato inglese per me è il migliore, il calcio lì è di un altro livello. La Liga è simile alla Serie A. Sono arrivato qui a 17 anni e tanti allenatori mi hanno aiutato ad essere ben posizionato in campo. Nella tattica il calcio italiano è il numero 1.
Alla Samp ha segnato qualche gol dalla distanza, qual è il tuo rapporto?
E’ lontano, a Madrid ho fatto un solo gol. E’ normale che ad ogni giocatore piace. Se posso arrivare ho il tiro da fuori area, spero di farne tanti con questa maglia.
Il tuo numero è il 18… Che cosa pensi di Firenze?
Non c’erano tanti numeri da scegliere. Il 18 è un numero molto importante, sono tifoso della squadra “18 luglio”. Sono venuto due volte qui a giocare con la Samp. Già ho preso casa, sono qui con un amico, e stiamo iniziando a giocare. Vedo anche l’entusiasmo dei tifosi, importante per me.
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