Lo aveva definito appena pochi mesi fa «il fallimento più grande della mia vita», riferendosi alla possibilità di realizzare uno stadio nuovo che invece nessuno gli ha mai consentito neanche solo di progettare. Normale, dunque, che dall’altra parte del pianeta l’umore di Rocco Commisso dopo l’ennesimo ostacolo intercorso nell’iter di ristrutturazione del Franchi non possa che essere dei peggiori. Per quanto sull’opera voluta dal Comune di Firenze il patron non abbia mai dato il suo aperto appoggio, il bando per le offerte dei lavori andato deserto dopo sei mesi di attesa è stato preso in casa viola come l’ennesimo passo falso di un percorso a tappe dall’epilogo ancora incerto.
E che aveva avuto già un precedente quando, nel 2020, non era stata presentata alcuna proposta per l’acquisto dei terreni della Mercafir, l’area dove all’inizio Palazzo Vecchio aveva proposto a Commisso di realizzare il suo stadio di proprietà («Bisogna fare presto chiarezza sull’argomento» ha ribadito nelle scorse ore il dg Barone).
Tutto adesso tornerà in ballo con la nuova road map varata dal sindaco Nardella che per stringere ancor più i tempi sul Franchi, oltre ad aver assegnato il progetto esecutivo al gruppo Arup in vista di una nuova gara d’appalto, sta lavorando su un altro fronte, ovvero il piano per l’arena di rugby “Padovani” dove andrà a giocare la Fiorentina dall’estate 2024 (le istituzioni hanno ufficializzato quella che era una priorità caldeggiata dal nostro giornale, ovvero quella di far continuare a giocare la squadra viola a Firenze durante i lavori al Comunale). Si spiega così il blitz che martedì ha compiuto – presso l’Unipol Domus – il dg del Comune Parenti, accompagnato da alcuni tecnici e dagli architetti di Arup: un sopralluogo nello stadio provvisorio del Cagliari che è servito a raccogliere elementi utili per la progettazione dell’impianto a tempo di Firenze. Lo scrive il Corriere dello Sport