Barcolla, ma non molla. E non cade. Stefano Pioli resta alla guida della Fiorentina, anche se non è chiaro fino a quando. Diventa però decisiva la sfida di domenica al Franchi contro il Lecce: va vinta, altrimenti l’avventura del tecnico emiliano potrebbe chiudersi prima della trasferta di Marassi col Genoa. La società, che in estate aveva puntato forte su di lui, conferma fiducia e sceglie di proseguire. Lo ha ribadito il dg Alessandro Ferrari prima della gara con l’Inter, e lo ha confermato con un cenno il ds Daniele Pradè, nel mirino dei contestatori. «Con il Lecce vita o morte», ha detto a San Siro.
Intanto circolano già nomi alternativi — De Rossi, Mancini, Thiago Motta, Vanoli — ma per ora resta tutto nel campo delle ipotesi. La Fiorentina non ha un gioco convincente: il centrocampo fatica a imporsi, Gosens è in riserva, la difesa cambia ma continua a soffrire sotto pressione. Contro Milan, Bologna e Inter è arrivato un solo punto, con i rossoblù grazie a due rigori e una reazione tardiva. E pensare che in estate Pioli aveva fissato obiettivi ambiziosi, dopo un mercato ricco ma costruito su giovani ancora inesperti. Ora però parlano i numeri: quattro pareggi in nove partite e una classifica deludente. «Mi considero parte del problema ma anche della soluzione — ha detto Pioli —. Non ho mai pensato alle dimissioni. Con il Lecce dobbiamo vincere, il risultato è uno solo. Dobbiamo restare uniti e mentalizzarci: serve giocare per salvarci». Lo scrive Repubblica.
