
Quattro gol in meno di trecento minuti, a occhio Krzysztof Piatek ci ha messo poco a capire come funziona la Fiorentina e la notizia migliore è che non sono soltanto le reti segnate a confermarlo: chi era vicino a Italiano in panchina, ha raccolto una collezione di complimenti per come il centravanti si è messo a disposizione della squadra.
Lunga sarà la strada per raggiungere la funzionalità esplosiva di Vlahovic, ma i primi segnali di inserimento hanno superato le aspettative di tutti, probabilmente anche dello stesso calciatore che quando incontrò Barone e Pradè (fine dicembre) rivelò di aver visto le registrazioni di tutte le partite giocate in questa stagione dalla Fiorentina.
Un centravanti polacco con mentalità tedesca: se la professionalità è una mania, Piatek è patologico. Il club viola era a caccia di un’alternativa a Vlahovic meno trasparente di Kokorin e la trattativa con l’Hertha Berlino si chiuse in 48 ore con la spinta decisiva del giocatore, arrivato a Firenze in prestito gratuito con un diritto di riscatto a 15 milioni esercitabile dalla Fiorentina entro il primo giugno. Non solo: il club viola in sede di trattativa ha ottenuto la possibilità di spalmare in pagamento in tre stagioni. Tutto sembra dunque in discesa per il riscatto di Piatek, anche se i tempi sono obiettivamente prematuri e la concorrenza di Cabral – che dovrà acquisire prima possibile l’intensità del campionato italiano – potrebbe cambiare in futuro le prospettive. Ma Piatek pronto all’uso è stato un bel modo per ripartire dopo Vlahovic e la soddisfazione è reciproca. Lo scrive La Nazione.
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