Ha fatto discutere la contesa per chi dovesse calciare il rigore sabato pomeriggio a Reggio Emilia. Al minuto 7 è stato fischiato un penalty alla Fiorentina dopo che Muric ha travolto Parisi in uscita. A quel punto Albert Gudmundsson, rigorista di ruolo, si è fatto da parte per consentire a Rolando Mandragora di togliersi la soddisfazione del gol. Poi però si è avvicinato Moise Kean, pure lui voglioso di trascinare la squadra. Un piccolo diverbio con Mandragora per chi dovesse tirare, poi quest’ultimo ha preso la sfera e l’ha piazzata sul dischetto. Una scena che non è passata inosservata, tutt’altro, soprattutto in un momento delicato come quello attuale.
Anche perché poi c’è stato un botta e risposta indiretto fra Paoli Vanoli e Gudmundsson. Nel post gara l’allenatore ha spiegato: «Gud non ha voluto calciare. Il rigorista era lui, il secondo Mandragora. E Kean, da attaccante che in questo periodo non fa gol, voleva calciarlo». Il giorno dopo, il classe 1997 ha pubblicato un duro commento sui social: «Non ho mai e non rifiuterò mai di prendere un rigore, li ho sempre tirati per il club senza problemi. Ieri un altro giocatore ha preso la palla e voleva prendere il rigore e io non sono quel tipo di persona che litiga con il mio compagno di squadra davanti allo stadio pieno».
Di fatto Gudmundsson ha smentito il suo allenatore, rifiutando di passare per colui che non ha voluto assumersi una responsabilità così grande. Al contrario ha precisato di non aver voluto alimentare litigi, consentendo agli altri di provare a prendersi una gioia. A proposito di diverbi, in passato era anche successo che l’attaccante discutesse con il compagno di turno per calciare un rigore e trainare la squadra. Ad esempio con Mateo Retegui ai tempi del Genoa. O più recentemente con Kean l’anno scorso, quando i viola sconfissero la Lazio proprio grazie a due penalty ben trasformati dal giocatore di Reykjavík.
La rabbia ha scatenato il peggio degli hater sul web, molti dei quali hanno riversato la propria frustrazione sulle compagne di diversi calciatori viola augurando atrocità di ogni tipo alle loro famiglie. La Fiorentina ha giustamente preso posizione, diffondendo un comunicato di solidarietà ai suoi giocatori e definendo inaccettabili e vergognose le varie minacce: «Comportamenti di questo tipo non possono avere alcun posto nel calcio, né in nessun ambito della nostra società. Il club si è messo subito in contatto coi propri tesserati e con le autorità competenti per garantire che vengano adottate tutte le misure necessarie a tutela della sicurezza e della serenità dei giocatori, dei membri dello staff, dei loro cari e delle famiglie coinvolte. ACF Fiorentina, nel ringraziare i tanti sostenitori che hanno già manifestato affetto e sostegno in merito a questi fatti incresciosi, ribadisce che non ci sarà mai spazio per intimidazioni, odio o violenza».
Solidarietà anche da parte del Comune di Firenze che nella persona di Sara Funaro, sindaca della città, ha pubblicato una nota di condanna alle ingiurie: «Quanto accaduto, niente ha a che vedere con i valori dello sport, con la passione per il calcio e con una sana e leale competizione. Il fenomeno della violenza social va contrastato con ogni mezzo. Mi auguro che siano individuati gli autori di questa vergogna, che sono tutto meno che tifosi veri. Esprimo totale solidarietà, da parte mia e della città di Firenze ad ACF Fiorentina, ai calciatori e alle loro famiglie, quanto accaduto non si deve ripetere». Lo scrive il Corriere dello Sport.
