Francesco Nenciarini, allenatore di Fortini nelle giovanili della Fiorentina, è intervenuto ai microfoni di RadioFirenzeViola proposito del giovane terzino viola: “‘È un ragazzo d’altri tempi, ha dei valori importanti, che nel calcio di oggi stanno venendo sempre meno. A livello umano è un ragazzo straordinario. A livello tecnico, se rimane il Niccolò che conosco io, insieme all’educazione che gli ha dato la famiglia, può diventare il futuro e il presente della Fiorentina e della Nazionale. Ha delle doti che neanche lui sa di avere. In quel gruppo di 2006 che allenai c’erano tanti ragazzi particolari, diversi da quelli delle altre squadre: Martinelli, Rubino, Fiorini, Braschi. Era un gran gruppo, anche di genitori”.
Aggiunge: “Ieri sera purtroppo non ho avuto modo di vedere la partita. Ho visto la partita con il Como e appena è entrato in campo mi è venuto un flash: il primo giorno che arrivò in campo. Era un bambino con lo zainetto, timido. E’ stata una grande emozione e fortuna allenare lui e il gruppo dei 2006. Ha molte doti. Sa giocare nel lungo e nel corto. Sa giocare nel paleggio e nella seconda palla. Ha gamba. Deve migliorare a livello tattico ma è normale, è molto giovane. A livello tecnico però ha molte doti. Mi ricorda un po’ il primo Zambrotta di Bari.
Sull’anno alla Juve Stabia: “E’ stato utile, è andato a fare un campionato difficile come la Serie B, senza snobbare niente. Poi è andato a giocare al sud, che è diverso di giocare al nord. Ha avuto un grandissimo allenatore come Pagliuca. E’ stata una scelta intelligente grazie anche alla famiglia. Il padre stesso mi chiamò quando ci fu l’offerta. Sono stati bravi ad indirizzarlo”.
Conclude: “È un ragazzo molto intelligente, sa giocare nello spazio. Secondo me non è importante la fetta di campo in cui gioca. A livello cognitivo è molto sviluppato e capisce subito in che zona di campo si trova. Non ha problemi”.
