La sfida dell’Allianz Stadion contro il Rapid Vienna per la Fiorentina conta tantissimo eppure non per questo Stefano Pioli rinuncerà ad effettuare una robusta rotazione della sua squadra: lo si è capito subito dai nomi dei convocati che (non) sono partiti per l’Austria e, ancor di più, dalla stessa ammissione del tecnico che ha chiarito come l’undici che questa sera affronterà i biancoverdi sarà decisamente rivisitato rispetto a quello che ha affrontato le ultime gare di campionato: questione di calendario intasato.
Kean e Gosens, tanto per cominciare, sono rimasti a Firenze: il primo per svolgere un lavoro individuale (ma la punta sta bene e contro il Bologna giocherà dal 1′), il secondo poiché vittima di una sindrome influenzale (ma il tedesco convive anche con i postumi del problema al flessore accusato la settimana scorsa). Dunque, fatta eccezione per De Gea, Marí e Mandragora, la sensazione è che il resto della formazione di stasera vedrà tutti volti nuovi rispetto alla gara di domenica scorsa a San Siro.
In difesa Comuzzo e Viti sono in odore di rilancio dopo le recenti panchine (il classe 2005 non gioca titolare da oltre un mese mentre l’ex Empoli ha accumulato appena 14′ negli ultimi due mesi circa) mentre in mediana la rivoluzione rischia di essere ancor più netta: Fortini al Viola Park ha convinto tutti e si candida per una maglia da titolare a destra mentre dalla parte opposta, stante il forfait di Gosens, Parisi sarà chiamato a presidiare la corsia mancina.
Al centro poi le redini del gioco dovrebbero essere affidate a Mandragora, con Ndour e uno tra Sohm e Fagioli (favorito lo svizzero) a completare il reparto. In attacco infine solo Piccoli è certo della maglia: per completare il tandem offensivo (nel classico 3-5-2 di partenza) Dzeko è in vantaggio su Gudmundsson. Lo scrive La Nazione.
