Bentornato Albert, dove eravamo rimasti? La prova di Gudmundsson contro il Genoa ha dato coraggio. Partiamo da qui, senza alzare troppo la cresta e con la consapevolezza che il trequartista islandese sia ancora lontano parente da quello che dovrebbe (e potrebbe, con la sua qualità) risolvere buona parte dei problemi della Fiorentina. Eppure, sarà un caso, con la prima in panchina di Paolo Vanoli il 10 viola ha ri-dato segnali incoraggianti. Specialmente il primo tempo si è intravisto un giocatore che può avere le caratteristiche giuste per accendere la manovra offensiva della Fiorentina. Sicuramente più vivo, dentro il cuore del gioco. Certo, ancora un po’ lontano dall’area di rigore avversaria, ma non si può avere tutto e subito. Di questi tempi tocca accontentarsi di rivedere un calciatore e non un fantasma. Anche perché, giova ricordare, che per buona parte della scorsa settimana è stato in Islanda per affrontare la questione processo. In questo senso la data da cerchiare è quella del 4 dicembre quando dovrebbe arrivare la sentenza definitiva dopo l’assoluzione in primo grado per quanto riguarda la famosa accusa di cattiva condotta sessuale. Aspetto che adesso conta relativamente per quelle che sono le prestazioni in campo dell’islandese.
Fin qui non all’altezza, la speranza (e ritorniamo qui, ancora di certezze non ce ne sono) è che la sfida di Marassi (magari l’aria gli ha fatto bene) possa rappresentare un punto di svolta della sua stagione. Che comunque conta 3 gol, bottino magro ma che è abbastanza per renderlo ad oggi il capocannoniere della squadra. Nessuno ha fatto meglio di lui fra campionato e coppa. Fotografia che chiaramente racconta l’avvio terribile di stagione e l’ultimo posto in classifica. Ma restando alla prestazione di Gud è rimasta negli occhi una partita che può davvero essere una discreta base di partenza, oltre alla freddezza nel trasformare il rigore che comunque non guasta. Vanoli punterà fortemente su di lui quando rientrerà al Viola Park dopo gli impegni con la Nazionale, che sfiderà Azerbaigian e Ucraina con ancora qualche speranza da coltivare per il sogno Mondiale. Lo riporta La Nazione.
