Attenti a quei due verrebbe da dire. Affidiamoci a quei due, sentenza più corretta, soprattutto se gli uomini in questione sono Gosens e Dodo. I due esterni che nel 3-5-2 disegnato da Palladino, hanno beneficiato più di altri di questa novità tattica. Aver tolto a entrambi, almeno sulla carta, venti metri di campo ha rivitalizzato soprattutto il tedesco che da qualche partita è tornato ai suoi standard. Almeno fino a quando la squadra resta vivace.
Gosens, anche ad Atene, è rimasto meno a galleggio della linea mediana, sempre dieci metri più avanti rispetto a Dodo, che si è presentato meno sulla linea di fondo avversaria, nonostante che dalle sue sgroppate sia nata anche una ghiotta occasione che Kean non è riuscito a concretizzare come altre volte. E dalle iniziative del tedesco sono sempre nate situazioni pericolose (due assist che hanno fatto alzare il voto finale.
Dodo, da parte sua, si è sacrificato di più, cercando (riuscendoci) di tamponare le possibili giocate degli avversari che scendevano dalla sua parte. Ma quando si è allungato sulla corsia ha creato superiorità numerica. Da qui deve ripartire la Fiorentina disegnata da Palladino: dall’intraprendenza e concretezza dei suoi esterni che, pur stazionando in parti ben precise, quando hanno la possibilità di allungarsi e dare profondità risultano spesso letali. Lo scrive La Nazione.