
Antonin Barak conta i giorni, forse anche le ore. L’impressione però è che debba contarne qualcuno in più del previsto. La trattativa per l’arrivo in viola è assolutamente in piedi ed ormai totalmente definita, ma prima del rituale delle firme potrebbe passare qualche giorno. La Fiorentina è chiusa all’interno del suo fortino, dirigenti compresi, con l’unico obiettivo di superare l’ostacolo Twente ed approdare alla fase a gironi di Conference League. Dalla sede trapela la volontà di essere tutti concentrati sull’obiettivo principale di questo inizio di stagione. Con la partita in programma giovedì sera, l’idea che va per la maggiore è quella di rimandare tutto a venerdì-sabato. Barak attende, forte di un accordo con la Fiorentina che c’è già.
Stipendio concordato intorno al milione e mezzo a stagione, con il Verona si tratta sulla base di un prestito oneroso (2 milioni di euro) ed un diritto di riscatto intorno ai 12, che a determinate condizioni può trasformarsi in obbligo. I dubbi sul suo addio al Verona sono crollati domenica, con la mancata convocazione per la partita contro il Bologna e con le parole del tecnico Cioffi («Barak è rimasto a casa per motivazioni legate al mercato. Ha scelto di andare via e io lo rispetto perché è stato un grande professionista»). Insomma, si attendono solo le ultime riflessioni dei dirigenti di Commisso. E la partita contro il Twente chiarirà le idee in modo definitivo sul da farsi, non solo sul fronte Barak. Lo scrive La Nazione.