Non è bastata la nottata, per stemperare la tensione: in casa Toro il nervosismo è alle stelle tanto che il banco rischia di saltare proprio quando al traguardo manca soltanto una partita, domenica contro il Sassuolo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso colmo di inquietudini covate per settimane è stato il ritiro: mal digerito dalla squadra, come dimostrano i dissapori scaturiti durante l’allenamento di giovedì scorso quando ci sarebbe stato anche uno scontro tra Mihajlovic e qualche giocatore. Che adesso rischia l’esonero. O pensa alle dimissioni. E circolano anche i nomi dei suoi possibili sostituti: l’attuale allenatore del Chievo Verona Rolando Maran, o quello del Crotone Davide Nicola, che è stato anche un giocatore granata.
Urbano Cairo getta acqua sul fuoco: “Avanti con Mihajlovic? La risposta è scontata: ha un contratto con noi e siamo contenti di lui. Ha fatto un primo anno con buoni risultati e buoni riscontri sui giovani lanciati. Siamo soddisfatti e rimarremo assieme” ha dichiarato il presidente del Torino. Che ha poi continuato: “Ieri, dopo la partita, il mister ha avuto un confronto molto sereno con la squadra, per un finale di campionato che non avremmo voluto. Purtroppo dopo il derby abbiamo un po’ mollato e ci è spiaciuto, ma abbiamo comunque fatto un campionato di buon livello.
Oggi era previsto che chi ha giocato non si allenasse: il mister settimana scorsa ha voluto dare un segnale con il ritiro, ma non ha nessun intento punitivo” continua il patron granata a Mediaset. “Purtroppo, a fine campionato, quando mancano le forti motivazioni, può succedere, ma non drammatizzerei troppo degli episodi che non ci piacciono ma che comunque vanno contestualizzati nell’arco di una stagione pur sempre positiva. Non abbiamo mai parlato di Europa: non era l’obiettivo di questo primo anno” dice Cairo.
E su Belotti: “Ripartiremo da lui: abbiamo un contratto fino al 2021 e non penso che ci saranno squadre che arriveranno a pagare la clausola. Gli auguro di fare un grande campionato, assieme agli altri rinforzi che arriveranno“.
Ad appesantire ulteriormente l’atmosfera è stata la sconfitta di ieri a Marassi: “Siamo venuti qui a non giocare” ha commentato sconsolato Attilio Lombardo, in panchina per la squalifica di Mihajlovic. “Sarà la squadra a decidere se continuare a rimanere in ritiro o men Se vedo un’altra prestazione non adeguata, andiamo in ritiro fino al Sassuolo, e magari anche dopo. Perché a me proprio non piace fare brutte figure”. La brutta prestazione di ieri, dunque, avrebbe dovuto spalancare, senza se e senza ma, le porte del lussuoso hotel cittadino in vista di un’altra settimana di ritiro. Invece la squadra, inconsistente davanti ai rossoblù, si è fatta sentire nel chiuso dello spogliatoio e nel successivo viaggio di ritorno in pullman verso Torino.
Tutte le componenti granata erano rimaste chiuse in conclave per più di un’ora e un quarto dopo la fine della partita, e nella prima mezz’ora nello spogliatoio c’era anche un Cairo furibondo, cui la sconfitta ha rovinato il giorno del 60° compleanno. Alla fine sembra aver vinto la linea dei giocatori, manifestata dalle parole di Ljajic: “Non fa piacere a nessuno andare in ritiro. Cosa ci siamo detti dopo la partita? Ciò che viene detto nel chiuso dello spogliatoio deve rimanere fra quelle quattro mura”.
I fatti dicono che Mihajlovic oggi ha cambiato programma: saltato il consueto allenamento mattutino post-partita e, nel silenzio imbarazzato della società, è probabile che la squadra rimanga a riposo anche domani. Un modo per tranquillizzare le acque dopo la burrasca? O piuttosto una strada scelta dall’allenatore per prendersi una pausa di riflessione in vista di decisioni drastiche? Lo si scoprirà nelle prossime ore. Di certo l’impressione è che ora si dovrà cercare di rimettere insieme i cocci per capire come – e da chi ripartire – il prossimo anno. La presa di distanza della squadra dall’allenatore – c’è addirittura chi parla di qualcosa di simile ad un vero e proprio ammutinamento – mette tutti in discussione: nessuno oggi è sicuro di rimanere, nemmeno lo scorato Mihajlovic che ha seguito attonito dalla tribuna la partita di Marassi. E se stamattina Castan ha già salutato il Toro (“nella prima parte è stata una stagione bellissima” è il social-saluto del brasiliano con tanto di punta polemica), la sensazione è che siano in tanti ad avere la valigia pronta.
In questo clima da tutti contro tutti, mercoledì inizia la festa per l’inaugurazione del Filadelfia. Ormai è un dato di fatto: dopo il derby la squadra ha staccato la spina, alla faccia della maglia da onorare e dei tifosi da rispettare. E proprio la tifoseria, sui social, è furibonda al punto da arrivare a chiedere, paradossalmente, il rinvio dell’inaugurazione. “Per evitare lo scempio – come scrive Gregorio – di vedere questi rammolliti indegni calcare per primi il prato del tempio del Grande Torino”.
Repubblica.it