Massimo Marianella giornalista e telecronista di Sky Sport è intervenuto ai microfoni di RadioFirenzeViola durante la trasmissione “Palla al centro” per commentare il periodo che sta vivendo la Fiorentina: “Andremo a Vienna per giocare una partita decisiva per la stagione della Fiorentina. La penso come Pioli: ormai tutto ruota attorno alla Conference League. Per me lo era anche all’inizio della stagione, è sempre stato l’obiettivo principale. È un momento complicato, e mi sono chiesto spesso cosa avrei detto in una situazione del genere. Sono andato allo stadio, ho visto la partita, e la verità è che non ho ancora una risposta chiara. La classifica parla chiaro, e la squadra non sta giocando bene. La Fiorentina oggi è confusa, poco brillante, eppure mi rifiuto di pensare che sia tutto da buttare. Pioli resta un ottimo allenatore. La società ha fatto passi importanti, come ha ricordato Pradè: sono stati spesi soldi, c’è stata volontà, c’è stato un mercato costruito per ambire a qualcosa. Il problema, secondo me, non è tanto la difesa, quanto la fragilità complessiva della squadra. Piccoli problemi che diventano grandi, perché manca chi ha la personalità per tenere insieme il gruppo nei momenti difficili. La squadra tira poco in porta ,lo dicono i numeri, e dà l’impressione di non riuscire mai a imporsi. Anche quando è in vantaggio, non riesce a gestire il ritmo. La condizione fisica, secondo me, è un punto interrogativo: non ho i dati alla mano, ma è una sensazione forte. E poi, sui calci piazzati, si trema sempre.”
Qual è il confine tra una squadra capace di battere le big e quella stessa squadra che, una volta in dieci, non riesce nemmeno a congelare la partita in attesa del rientro del compagno?
“La risposta, per me, è nella personalità. Gud e Fagioli dovrebbero essere i giocatori in grado di fare la differenza in termini di qualità. Ma oggi, non stanno dando quello che serve. E questo pesa, la Fiorentina ha perso due giocatori che ieri sarebbero stati utili, Cataldi e Adli. La mancata riconferma di questi giocatori è un segno meno, ma siamo ancora all’inizio.
Un inizio maledetto, verrebbe da dire. E non sono uno che crede troppo nella sfortuna. Solo contro il Napoli, sei stato sovrastato. Col Como, sei calato in maniera preoccupante.”
Ora, cosa ti aspetti?
“Che a Vienna si vinca. Non penso che buttare tutto sia la soluzione. Bisogna costruire con quello che si ha. La squadra non è male. Magari Pioli sta valutando un cambio modulo, passando a una difesa a 4. Io ci proverei. E anche se sono un sostenitore di Gud, in questo momento non lo farei giocare: non sta dando nulla, nemmeno quando parte titolare con la fiducia dell’allenatore. Ora non bisogna guardare i cognomi. Purtroppo, la personalità non si allena, la squadra resta fragile. Mi auguro che un buon risultato possa dare quella scossa mentale che serve. Perché oggi vedo una squadra impaurita. Contro un Milan in difficoltà, sei andato in vantaggio e non hai saputo gestire.”
De Gea ha responsabilità sul goal?
“Sul gol subito per me De Gea era coperto. Lo si vede bene dal replay: non ha una visuale chiara, cerca il pallone con lo sguardo e parte in ritardo. Un gol che l’80% dei portieri subisce. L’errore vero, per me, è quello con il Cagliari: lì lo hai pagato carissimo. Non credo che De Gea sia sotto tono, la mia vera preoccupazione è la fragilità complessiva della squadra. La leadership non si insegna.”
Prenderesti Pjanic?
“No, non lo prenderei. Andrei a cercare un centrocampista vero che faccia muro davanti alla difesa e che sappia inserirsi. Ora tutto gira intorno a Vienna. È lì che si gioca la stagione della Fiorentina. Perché se non vinci, la barca rischia davvero di andare alla deriva. Serve una fiammata. E Pioli è convinto che questa squadra sia vicina a una svolta, io penso che quella svolta passi solo dai risultati. E il primo, fondamentale risultato, è vincere a Vienna.”
