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La rivoluzione di gennaio della Fiorentina: via 8 giocatori, quasi tutti gli scontenti, epurati da Palladino

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La rivoluzione di gennaio della Fiorentina: via 8 giocatori, quasi tutti gli scontenti, epurati da Palladino

Redazione

5 Febbraio · 08:44

Aggiornamento: 5 Febbraio 2025 · 10:07

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Fiorentina

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La Fiorentina ha fatto una vera e propria rivoluzione a gennaio: sono stati 8 i calciatori che hanno lasciato la squadra viola

Rivoluzione d’inverno. E’ questo il titolo che merita il mercato di gennaio della Fiorentina. Rivoluzione, appunto, perchè ha coinvolto definitivamente quello che rappresentava il recente passato (via, Quarta, Ikonè, Sottil e tutte le altre figurine della squadra che fu) e consegnato a Palladino le figurine di un futuro che dovrà portare frutti e risultati. Daniele Pradè è stato il comandante di questa rivoluzione d’inverno.

L’ha guidata e realizzata insieme al dg Ferrari e al ds Goretti. Compito non facile – è giusto dirlo –, ma la missione è stata compiuta facendo combaciare le esigenze tattiche dell’allenatore e quelle finanziarie del club. L’inverno degli affari della Fiorentina è iniziato con il blitz per Folorunsho a casa del Napoli e si è chiuso con la trattativa-fiume e allo sprint del mercato, per Fagioli (Juventus).

Fagioli che alza subito l’asticella della stagione: «Quest’anno dobbiamo vincere la Conference», ha dichiarato ai social del club. Colpi importanti, questi. Colpi che hanno un filo conduttore da non sottovalutare. Anzi, da evidenziare o raccontare in stampatello. Folo e Fagioli sono ragazzi da e della Nazionale. Il ct Spalletti li vuole, li cerca, li stima.

La Fiorentina puntando su di loro, li concederà una visibilità essenziale e mirata anche per correre e sognare con l’Italia. Italia che torna come elemento chiave del mercato viola anche in altre due operazioni: l’inaggio del giovane Ndour e il ritorno a Firenze di Zaniolo.

No, non è solo una semplice coincidenza questo mix viola-azzurro, Palladino-Spalletti, che ha segnato la rivoluzione di Pradè. Rivoluzione che parte da lontano. Anche questo è doveroso dirlo. In effetti il travaso fra chi non era più funzionale alle ambizioni della Fiorentina e gli eredi scelti dall’allenatore, è stato un evidente secondo tempo rispetto a quanto era stato fatto nel corso del mercato della scorsa estate. Fra le cessioni ’pesanti’ spiccano quelle di Kayode e Sottil, ovvero elementi su cui la chance concessa dall’allenatore all’inizio della stagione, non è andata a buon fine.

Fra gli arrivi è quasi superfluo sottolineare che Marì era uno (e lo sarà anche a Firenze) dei fedelissimi che Palladino voleva in viola per mettersi a disposizione un centrale in più e magari riassaporare il gusto della difesa a tre. Ma nella rivoluzione d’inverno che ha segnato il lavoro della Fiorentina non si può non fare un focus su Comuzzo e su quello che è stato (e non stato) sul futuro del giocatore.

Il pressing del Napoli è stato concreto, come – probabilmente – sono concrete le voci che riaccenderanno sul giocatore i riflettori del mercato della prossima estate (Napoli? Juve?). Ad oggi, comunque, un fatto è certo: anche l’offerta ’da matti’ di 35 milioni non ha fatto vacillare Commisso. Punto. Lo scrive La Nazione

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