
Se subito domani a Edimburgo non è dato al momento di sapere, sebbene Gonzalez si stia allenando in gruppo, ma questo era anche la settimana passata di ritorno dalla Nazionale argentina (mai impiegato da Scaloni) e poi s’è visto com’è andata contro l’Atalanta: “altri” zero minuti. «Non stava bene, inutile rischiarlo con tante partite da disputare. Deve liberarsi dal problema che gli impedisce di essere al 100 per cento mentalmente». Parole di Italiano, perché il problema (grande) si chiama tallonite.
Che un giorno c’è e fai fatica a camminare e il giorno dopo sembra di non averla mai avuta e pensi, vai, adesso è fatta e torno a fare quello che so fare come voglio. E invece c’è il giorno dopo ancora in cui il dolore torna a mordere e per l’ex Stoccarda è così da più di un mese, da quando cioè il 25 agosto è stato in campo diciotto minuti nello 0-0 a Enschede che ha consegnato alla Fiorentina l’ingresso nella fase a gironi di Conference League: da allora, il dentro-fuori già negli allenamenti ha pro dotto soltanto venticinque minuti contro il Verona prima della sosta, perché in quel giorno evidentemente la tallonite ha dato un minimo di tregua. Italiano allora l’ha convocato, l’ha portato in panchina e l’ha fatto entrare a metà del secondo tempo. Tanto (poco) è bastato a Nico per segnare il 2-0, giusto per una riprova magari facile e scontata dell’assunto di partenza. Ma riprova è. Lo scrive il Corriere dello Sport.