
L’obiettivo è raccogliere un miliardo di euro a stagione. Meno semplice è capire come riuscirci. Ma la Serie A un piano ce l’ha, per vendere i diritti tv del campionato a partire dal 2024 a un prezzo più alto dell’ultimo triennio. Lo chiamano il “bando matrioska”, perché ogni pacchetto contiene varie proposte che possono, in vario modo, attrarre più interlocutori possibili. E un’idea suggestiva inizia a prendere piede: far vedere le partite sia su Sky che su Dazn. A cui aggiungere un terzo incomodo.
“Il bando più difficile di sempre”. Così, a Repubblica, lo definì l’ad della Serie A Luigi De Siervo. Perché le cifre a cui eravamo abituati – 927 milioni all’anno, nell’ultimo triennio – nessuno è più disposto a riconoscerle, nonostante l’exploit delle italiane nelle coppe. La Lega del calcio renderà noto il bando a maggio – per la prima volta dovrebbe essere per 5 anni e non solo 3 – e conterrà almeno 5 pacchetti, ognuno con definizioni molto diverse. Una però è più affascinante delle altre: dividere la torta tra Dazn e Sky, facendo in modo che entrambe abbiano quasi tutte le partite. Di fatto, il campionato si potrebbe vedere sia su una che sull’altra.
Stesse partite, da trasmettere in co-esclusiva. Spieghiamo cosa significa. In questi anni, Dazn ha sostenuto investimenti importanti, e ora rispetto al 2021 non avrà più alle spalle Tim, che aveva coperto una cifra significativa dell’offerta condivisa. Sky ha da poco lanciato la sua nuova tv e il calcio resta uno dei prodotti di punta. Nessuno però può pensare di fare offerte per avere il campionato italiano in esclusiva. L’idea della Lega Calcio allora è splittare le partite tra i due operatori. Dare le stesse gare a entrambi in co-esclusiva, visto che ormai ognuno dei due ha iniziato a fidelizzare i propri clienti: 9 incontri, sui 10 di ogni turno, andrebbero a entrambe (attualmente sono 3). Poi, sarebbe il cliente a scegliere a quale piattaforma abbonarsi.
Una soluzione sostanzialmente tagliata sulle esigenze delle due televisioni, ossia avere più partite possibili, senza svenarsi. Poi ci sarebbe da mettersi d’accordo sul valore, perché il prezzo a cui pensa la Lega è sicuramente superiore alla valutazione che ne farà chi vorrà acquistarlo: una forbice di quasi un centinaio di milioni, a dividerle. Così, però, resterebbe ancora una partita da vendere. Verosimilmente, la seconda scelta, ossia non la partita più ambita di ogni turno, ma la seconda. Per capirci, nel giorno di Juve-Napoli, potrebbe essere una partita dell’Inter o del Milan. E così via. Una partita che a quel punto finirebbe su una terza piattaforma.
Inevitabile chiedersi: quale? L’impressione è che si possa aprire un’asta. A oggi, gli interlocutori che sembrano poter mostrare interesse sono due: Amazon e Mediaset. Per Amazon Prime Video, l’esordio sul mercato del pallone europeo, con i diritti di una partita della Champions League per ogni turno, è andato positivamente. E potrebbe replicare un sistema simile anche per il campionato, prendendo in esclusiva il match del sabato o della domenica, ovviamente in prima serata, alle 20.45.
Discorso quasi identico per Mediaset, soddisfatto di come è riuscito a sviluppare il prodotto calcio (e dalla Lega Serie A ha già comprato la Coppa Italia). Valore di quella decima partita, che non potresti vedere da nessun’altra parte? Più o meno 100 milioni l’anno. Tanti, in proporzione alle altre 9 che andrebbero su Sky e Dazn, ma adeguato al valore di uno dei match più visti del weekend. Lo riporta Repubblica
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