Una società debole, sotto tutti i punti di vista. Se è vero che nessuno può rinfacciare al presidente Rocco Commisso la sua ormai lunghissima assenza, è altrettanto innegabile che una proprietà lontana non potrà mai fare il lavoro che farebbe vivendo il quotidiano. Può succedere, sia chiaro, ma solo e soltanto se ha in città almeno un suo uomo di fiducia che ne faccia le veci. Da quando è venuto a mancare Joe Barone invece, quella figura non esiste.
Perché il d.g. Alessandro Ferrari non ha mai lavorato prima nel calcio, viene da altri mondi e soprattutto da altre storie professionali. Sta studiando, sta imparando, ma a oggi è difficile che possa permettersi un confronto costruttivo o alla pari che abbia come oggetto il calcio con l’allenatore o con la squadra. Ci sarebbe il direttore sportivo, è vero, ma quanto può essere legittimato Daniele Pradè nello spogliatoio quando una curva ne chiede l’allontanamento e più che altro quando già si sa che a fine stagione probabilmente se ne andrà? Alla dirigenza ovviamente viene imputato un mercato che fino a ora non si è certo rivelato all’altezza della spesa fatta per portarlo avanti. E che, invece, aveva fatto sognare ai tifosi asticelle da alzare e classifiche top. Lo scrive il Corriere Fiorentino
