La Fiorentina chiude una stagione altalenante centrando in extremis la qualificazione alla Conference League, grazie a una serata pazza e al contemporaneo crollo della Lazio. Niente Champions o Europa League, ma un traguardo comunque importante che salva almeno in parte l’annata. Il merito va anche alla concretezza mostrata nella fase decisiva e a un Kean protagonista assoluto. Ora l’obiettivo è ripartire con una progettualità solida: trattenere ciò che ha funzionato, senza stravolgere, ma evitando anche facili entusiasmi. Il futuro inizia subito, con incontri tra società e tecnico già previsti.
Le scelte di formazione hanno offerto spunti di riflessione, soprattutto l’esclusione di Gudmundsson per la terza gara di fila, che sembra ormai frutto di una decisione tecnica più che di problemi fisici. Al suo posto Beltran, mentre in difesa è tornato titolare Comuzzo, preferito a Pongracic. L’Udinese, priva di motivazioni, ha affrontato la partita con leggerezza, inserendo anche Sanchez dal primo minuto. Il primo tempo, però, è stato deludente per la Fiorentina, priva di ritmo e idee, nonostante alcune occasioni sprecate da Kean e l’episodio dell’espulsione di Bijol che ha agevolato i viola.
Nella ripresa, la squadra ha reagito subito con due gol splendidi: prima Fagioli con un sinistro dalla distanza, poi Comuzzo con un tacco da applausi. Ma l’Udinese ha risposto con il pareggio di Kabasele, riportando in bilico la gara. A quel punto ci ha pensato ancora Kean, autore del gol decisivo che ha chiuso il match e riportato Firenze in Europa. Un risultato che lascia anche un retrogusto di rimpianto per ciò che poteva essere, ma che conferma la centralità di Kean nel progetto e apre spiragli interessanti per la nuova stagione. Lo scrive il Corriere Fiorentino.