La situazione di Rolando Mandragora è legata ad una storia curiosa. Quella di un giocatore dalle promesse non mantenute, un po’ per colpa sua e molto a causa di un’infinita serie di infortuni, che si è appena messo alle spalle la miglior stagione della carriera. Gol, assist, un ruolo sempre più da leader. Per questo era immaginabile rivederlo nella stagione successiva come uno dei pilastri della formazione di Pioli, nonostante il contratto in scadenza tra un anno. Una situazione sicuramente delicata, ma che pareva potersi risolvere rapidamente e senza chissà quale tira e molla. Invece, tutto è iniziato con le offerte respinte da Siviglia (sponda Betis), quindi l’attesa e infine i primi contatti, utili per capire che le posizioni sono molto distanti.
Da una parte c’è la proposta di un biennale con opzione per il 2029 con ingaggio solo leggermente migliorato rispetto a quello attuale che si aggira, più o meno, attorno agli 1,5 milioni netti. Dall’altra invece c’è un calciatore che viene dalla miglior stagione della carriera, nel pieno della maturità e che quindi vorrebbe monetizzare il più possibile. Per questo i suoi agenti sono partiti da una richiesta che supera i 2 milioni e fare i conti, a questo punto, è semplice: c’è una differenza che sta nell’ordine dei 400-500 mila euro e colmarla sarà complicato.
Nelle prossime settimane non ci saranno incontri in questo senso, visto che le parti si sono prese una lunga pausa di riflessione, con l’entourage del giocatore che avrebbe mostrato i primi segnali di nervosismo. La Fiorentina, visti i paletti del monte ingaggi non vorrebbe spingersi troppo in alto, per un calciatore che potrebbe finire in seconda linea. Ecco perché se dovessero arrivare offerte nell’ordine dei 7-8 milioni la cessione sarebbe seriamente presa in considerazione e a quel punto, i viola, andrebbero con decisione su Nicolussi Caviglia del Venezia. Lo scrive il Corriere Fiorentino.