Nonostante oltre due mesi di lavoro, la Fiorentina non ha ancora trovato una chiara identità di gioco. Pioli, che ha riconosciuto apertamente le difficoltà, continua a cercare una formula tattica efficace, ma finora gli esperimenti non hanno portato risultati concreti. Partito dall’impostazione con la difesa a tre lasciata da Palladino, ha già alternato 23 giocatori in quattro diversi sistemi, passando infine al 4-4-2 contro il Como. La rotazione costante, soprattutto in difesa e in attacco, ha impedito la costruzione di automatismi e ha reso ancora più evidente la sterilità offensiva, con i soli Mandragora e Ranieri capaci di segnare in campionato.
Anche le scelte sugli uomini e sui moduli a centrocampo hanno risentito di questa ricerca incessante di equilibrio, creando talvolta più confusione che benefici. Dal doppio trequartista dietro Kean, all’impiego di Dzeko come seconda punta, fino ai cambiamenti continui tra Sohm, Fagioli, Nicolussi Caviglia e Fazzini, la squadra non ha mai trovato stabilità. Le ambizioni di inizio stagione, che facevano riferimento persino alla lotta Champions, oggi appaiono lontane e poco realistiche. Pioli è quindi chiamato a invertire rapidamente la rotta, perché già dalla prossima sfida a Pisa la pressione sarà ancora più forte e ogni passo falso rischia di compromettere il suo progetto viola. Lo scrive il Corriere Fiorentino.