Ultima contro penultima. Dopo 14 giornate la classifica non potrebbe fotografare con maggior chiarezza la situazione e per la Fiorentina si aprirà oggi una settimana che, attraverso il non banale confronto di Conference con la Dinamo Kiev, condurrà poi i viola all’incrocio di domenica con il Verona. Ultima contro penultima, per l’appunto. Poco più di un anno fa Kean era protagonista di una tripletta nel 3-1 inflitto all’Hellas con i viola in zona Champions, oggi l’incrocio tra le due rappresenta uno snodo decisamente pesante nella corsa alla salvezza: impossibile da prevedere, eppure assolutamente reale. Per quanto le due formazioni siano distanziate da appena tre punti (6 quelli dei viola, 9 dei gialloblu) le strade che hanno condotto a questo punto della loro storia recente Fiorentina e Verona non potrebbero essere più lontane.
A partire dagli elementi a lato del rettangolo di gioco: la Fiorentina ha cambiato quattro allenatori in sei mesi, il Verona dall’estate 2024 ha in panchina Paolo Zanetti; la Fiorentina, reduce dal sesto posto dello scorso campionato, ha speso oltre 90 milioni di euro tra riscatti e acquisti per migliorare il proprio piazzamento europeo, il Verona, salvatosi all’ultima giornata, ha perso alcuni dei propri pezzi pregiati come Coppola, Ghilardi e Tchatchoua e portato avanti un mercato di intuizioni (sopratutto in attacco) e scommesse per confermarsi per il settimo anno di fila in A. E poi ancora: la Fiorentina ha dal 2019 come proprietario Rocco Commisso, il Verona dal gennaio di quest’anno ha nel fondo Presidio Investors e in Italo Zanzi i nuovi riferimenti societari, dopo 13 anni trascorsi con Maurizio Setti al timone. E poi il campo: fino allo scorso weekend un punto di contatto c’era, ovvero lo zero alla voce vittorie in campionato, ma anche in questo le due formazioni hanno preso sentieri diversi, con la vittoria del Verona sull’Atalanta per un successo che mancava in casa dallo scorso 23 febbraio, quando gli scaligeri si imposero proprio sulla Fiorentina per 1-0. Curiosità nella curiosità: nelle ultime due vittorie al Bentegodi del Verona in campionato l’allenatore avversario è sempre stato Raffaele Palladino.
Oggi il presente viola risponde però al nome di Paolo Vanoli e alla disperata ricerca di una vittoria per avvicinare una salvezza ora distante cinque punti, aspettando però l’esito di Pisa-Parma e Udinese-Genoa. I viola hanno confermato anche a Reggio Emilia le proprie criticità difensive, con 11 gol subiti da palla inattiva sui 24 totali e la conferma come peggior squadra della serie A per numero di tiri in porta subiti (73), con i gigliati ora saliti a 16 punti persi da posizione di vantaggio. Il Verona, dal canto suo, ha ribadito la propria qualità offensiva (un dato su tutti: 95 dribbling riusciti) e mostrato, forse per la prima volta in stagione, cinismo e precisione: basti pensare che, pur avendo segnato entrambe 11 reti in campionato, il Verona è tra le migliori per numero di tiri in porta (68), la Fiorentina tra le peggiori (37). Il tempo degli alibi e della paura è finito (Vanoli dixit) a maggior ragione visto il senso di urgenza della gara di domenica. La Fiorentina dovrà fare i conti con i propri demoni, sconfiggere i propri timori e sopratutto percepire il pericolo di affrontare una squadra come il Verona, abituata da anni a vivere il valore di ogni singolo contrasto, pallone e risultato. La dimostrazione sta nella partita di sabato giocata con l’Atalanta: corsa, cuore, organizzazione. Così Zanetti è tornato a vincere. Lo riporta il Corriere Fiorentino.
