Più no che sì domani a Firenze, anche se dato che si parla di Vincenzo Italiano, uno che ama sorprendere, non è da escludere del tutto il suo ritorno in panchina tra ventiquattro ore: anche perché con la prospettiva di tornare al Franchi, la seconda volta in questo 2025, il tecnico rossoblù le proverà tutte fino all’ultimo per esserci. Più verosimile rivederlo abile ed arruolato direttamente alla ripresa, lunedì a Casteldebole, anche se è meglio ribadirlo: mai dire mai, specie se c’è di mezzo uno come Italiano. Che l’improbabile, vedasi vittoria di Coppa Italia dello scorso maggio, lo rende spesso realtà.
Il tecnico nei giorni scorsi ha “guidato” i suoi dal Sant’Orsola, confrontandosi quotidianamente con lo staff per le scelte tecniche, e parlando in videochiamata ad Orsolini e compagni qualche ora prima del fischio d’inizio a Bucarest: una sorta di messaggio motivazionale, che a giudicare dal risultato ha dato i suoi frutti. Daniel Niccolini nel post-gara di giovedì aveva dedicato la vittoria al principale («una persona che vive di calcio») e come lui anche Jens Odgaard («se siamo più forti è grazie al fatto che ci alleniamo da sempre più tempo col mister»). Ma mica solo loro: tutta la squadra ha nei fatti omaggiato il tecnico. Vero architetto di questo Bologna, che vince e convince. Anche in Europa.
Molto improbabile dunque che alle 18 in punto di domani, sulla panchina che è stata sua dal 2021 al 2024, Vincenzo Italiano faccia il suo maestoso ritorno sulla scena: un weekend di assoluto riposo in questi casi è la norma. Anche perché il tecnico siciliano non è uno qualunque: e le partite, si sa, le vive con trasporto speciale. Unico. In generale comunque, la polmonite e i problemi relativi che ne conseguono, paiono volgere verso il termine: già alla vigilia di Bucarest, Niccolini si era detto fiducioso. Per il tecnico c’è l’ultima curva prima del traguardo: ha vissuto da lontano la prima vittoria esterna dei suoi in Europa, e adesso non vede l’ora di tornare. Se non sarà Firenze, il calendario gli offrirà subito il Torino mercoledì. In quel Dall’Ara che a Bucarest, cori per il suo tecnico, ne ha fatti a profusione: sia nel pre, nel durante, che nel post partita. Segno del legame sempre più stretto, tra Bologna e il suo allenatore. Lo scrive il Corriere dello Sport.
