Se vogliamo essere buoni, facciamo finta che questa partita a Plzen non conti niente. Consideriamola un’amichevole, una prova. I quarti di finale di Conference League si giocano in gara secca, giovedì prossimo al Franchi, e non andata e ritorno. Azzeriamo la serata di ieri alla Doosan Arena e concentriamoci sui 90 minuti del 18 aprile. E’ meglio così, perché ieri sera la Fiorentina non ha giocato come ci si aspettava e come doveva. Seguendo la costante di questa stagione, ha tirato fuori una partita con poco senso: un elevatissimo possesso palla e più di settanta minuti nella metà campo avversaria, ma senza una vera occasione. Una dimostrazione di superiorità sterile, con una fase offensiva che non ha prodotto praticamente niente. Eppure il dislivello tecnico era evidente, ma la Fiorentina non l’ha proprio sfruttato.
Neppure in una ripresa nella quale Terracciano è stato spettatore al pari del pubblico. Sicuramente ha inciso l’unica vera qualità del Viktoria Plzen (insieme alla fisicità), ovvero quella di non prendere gol (3 reti incassate in 15 gare di Conference, ieri il settimo clean sheet europeo consecutivo), ma anche davanti al muro eretto dai cechi la finalista dell’edizione 2022-23 poteva e doveva fare qualcosa di più. Anzi, molto di più. Questo “molto di più” sarà fondamentale giovedì prossimo: è l’unica certezza che i viola si portano via da Plzen. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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