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Corriere dello Sport: “Confronto ieri al Viola Park. Commisso detta la linea, parola d’ordine compattezza”

Rassegna Stampa

Corriere dello Sport: “Confronto ieri al Viola Park. Commisso detta la linea, parola d’ordine compattezza”

Redazione

21 Ottobre · 10:06

Aggiornamento: 21 Ottobre 2025 · 10:06

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Il day after ha sempre un sapore amaro che può essere reso meno spiacevole

Il day after ha sempre un sapore amaro che può essere reso meno spiacevole dal sentore di ripartenza immaginando, sperando, programmando un domani migliore, così come si fa quasi obbligatoriamente quando più giù non si può andare: e nel caso della Fiorentina il domani si chiama Rapid, perché si dice sempre in questi casi che la medicina migliore sia rigiocare subito e la squadra di Pioli torna in campo giovedì a Vienna nella prima delle tre partite (Bologna e Inter le altre) che in neanche una settimana scriveranno i suoi destini. Ma ieri il sapore era quello amaro del giorno dopo.
Perché al Viola Park non è stato un giorno qualsiasi, di sicuro non il solito lunedì di passaggio dal campionato alla Conference League con l’allenamento cosiddetto di scarico per chi aveva giocato meno di ventiquattro ore prima a San Siro e allenamento regolare per il resto del gruppo. Certo, ci sono stati l’uno e l’altro, anticipati da un pranzo tutti insieme squadra, staff tecnico e dirigenti che un significato preciso ce l’ha a maggior ragione tra questi eventi e in queste ore, ma non poteva esserlo. Riaffioravano qua e là negli occhi le immagini della sconfitta contro il Milan, risuonavano le parole di Pioli e di Pradè, assunzione di responsabilità da parte di entrambi di fronte a ciò che è tangibile e innegabile, ma anche atto d’accusa nei confronti di Gimenez, del Var e dell’arbitro Marinelli per il rigore che ha condannato la Fiorentina, cosa che continua a provocare rabbia e fastidio al Viola Park. Dove però più di ogni altra è risuonata forte una parola: compattezza.

Nel pranzo allargato c’è stato spazio per un confronto che ha ospitato più voci, con l’intento di capire e trovare una via d’uscita. Niente di differente rispetto a quello che viene fatto abitualmente, ma stavolta con un carico di urgenza maggiore per via dei tre punti in classifica che sbattono in faccia una realtà dura e cruda, a cui possono e devono trovare una soluzione Pioli e i calciatori con l’aiuto fondamentale del club a cui spetta il compito di indicare una linea e semmai di intervenire. Il confronto c’è stato, animato com’era giusto che fosse per esprimere attaccamento e senso di appartenenza, e in qualche modo legittimato e rafforzato dalla fiducia ribadita a tecnico, calciatori e dirigenti (Pradè) arrivata dall’America e da Rocco Commisso, nei panni di equilibratore. E di motivatore: rimandare oltre l’inversione di tendenza e di risultati non è possibile: Rapid Vienna e Bologna diranno quello che rimane da dire sul futuro della Fiorentina, per questo sono stati banditi i brutti pensieri e nemmeno considerati gesti e azioni che andrebbero in senso contrario a quello che è l’indirizzo di Commisso e del club. Tipo l’esercizio delle dimissioni, lasciato nel chiuso di San Siro e ieri neppure entrato di striscio al Viola Park. Compattezza è la parola d’ordine: per cambiare e per uscirne. Sapendo tutti al centro sportivo che il tempo sta scadendo. Lo scrive il Corriere dello Sport.

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