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Cecchi si interroga: “Non è che il più incompreso di tutti è stato Pradè? Ha mostrato competenza”

Rassegna Stampa

Cecchi si interroga: “Non è che il più incompreso di tutti è stato Pradè? Ha mostrato competenza”

Redazione

30 Ottobre · 09:41

Aggiornamento: 30 Ottobre 2024 · 09:41

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"Questa Fiorentina se avesse un titolo potrebbe essere 'La rivincita degli incompresi'"

Stefano Cecchi ha commentato la nuova Fiorentina di Raffaele Palladino che sta nascendo a La Nazione: “Una squadra che gioca col fuoco dentro, come se imprigionata nell’anima avesse la rabbia per ingiustizie subite e volesse risarcirle giocando con un furore agonistico oltre le righe. Sì, dovessimo dare un titolo a questa Fiorentina vincente versione autunno 2024, le daremmo: «La rivincita degli incompresi». Gli incompresi. Come Bove, romano e romanista dell’Appio Latino, arrivato in giallorosso a 10 anni e cresciuto fino a conquistare un posto da titolare nella formazione di Mourinho.

Lui la Roma non l’avrebbe mai lasciata ma la dirigenza (con l’ad Lina Souloukou) e lo stesso allenatore De Rossi prima lo relegano in panchina quindi lo lasciano partire. Il post del suo procuratore di domenica sera (la foto di Bove in viola e la scritta «adrena-Lina») la dice lunga sul sentimento che cova nel cuore di Edoardo. Incompresi come Cataldi, romano dell’altra sponda, quella biancoceleste, che arriva alla Lazio a 12 anni e, dopo una lunga trafila, ne diventa il capitano. Poi, le gerarchie si ribaltano e Cataldi perde non solo la fascia ma anche il posto. L’addio alla Lazio e l’approdo a Firenze nell’ultimo giorno di mercato sembrano quasi una diaspora obbligata.

Incompresi come Adli, magnifico derviscio danzante che nel Milan vitaminico di Fonseca non ha più un posto. Lui fa le valigie e inizia a danzare in campo sulle sponde dell’Arno, segnando un gol musicale proprio col Milan quasi a dire: vi rendete conto dell’errore che avete fatto? E di incomprensioni passate ha parlato lo stesso centravanti Moise Kean, che a Firenze ha trovato una felicità mai provata nel mondo juventino. «Qui mi vogliono bene, prima mi sentivo sottovalutato» ha detto scrivendo il manifesto dell’incomprensione sportiva.

Un manifesto firmato anche da Robin Gosens, intelligente e colto cursore di sinistra che ha limitato sé stesso pur di ampliare il gioco viola, e che all’Inter era stato considerato «un pacco» da rispedire via. In fondo molta incomprensione c’è anche nella vicenda di David De Gea, portiere fra i top del mondo che per un anno è rimasto a guardare le partite dal divano di casa visto che nessuno credeva più in lui. E anche le storie di Ranieri, riserva nella Salernitana, e di Comuzzo, che pochi pensavano titolare di livello, hanno tracce di incompreso alle spalle. Ecco, è probabilmente la loro voglia di riscatto a fornire oggi alla Fiorentina quella carica emotiva in più che la sta trascinando in alto.

Per questo forse l’applauso più grande va fatto a colui che ha saputo intravedere e portare a Firenze queste potenzialità fra lo scetticismo di tanti. Si, forse l’applauso più forte va fatto a Daniele Pradè, che al suo primo mercato con pieni poteri ha messo in mostra competenza e visione, facendo venire il dubbio se fin qui il più incompreso di tutti non sia stato proprio lui”.

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