Dopo la lettera che tre giorni fa una grossa fetta del cinema italiano aveva scritto a Vittorio Cecchi Gori per esprimere “solidarietà e vicinanza”, arriva ora la notizia che l’ex produttore e patron della Fiorentina andrà agli arresti domiciliari quando uscirà dall’ospedale. È stata accolta l’istanza dei suoi difensori. Cecchi Gori è stato condannato a otto anni per bancarotta fraudolenta.
Il magistrato di Sorveglianza Angela Salvio ha espresso parere favorevole all’istanza presentata dalla difesa del produttore cinematografico e “provvisoriamente” può scontare a casa e non in carcere la pena. Per il via libera definitivo manca adesso la decisione del tribunale collegiale di Sorveglianza che fisserà un’udienza a breve. Cecchi Gori, affetto da gravi patologie, è da giorni ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma piantonato dalla polizia. Una volta dimesso potrà fare ritorno a casa ma con possibilità di sottoporsi a controlli e terapie in ospedale come chiesto dalla difesa.
“È un uomo devastato, se dovesse andare in carcere non resisterebbe più di una settimana – aveva detto Pupi Avati spiegando le ragioni che lo avevano mosso a chiedere ai colleghi di sottoscrivere questa lettera – Non chiediamo certo di farlo Presidente della Repubblica ma concedergli gli arresti domiciliari, considerata l’età e il fatto che non può nuocere a nessuno, ci sembra quanto mai ragionevole”. Sembra che anche il giudice sia della stessa opinione.
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