
Finisce con la squadra sotto lo spicchio dello stadio “Maradona” riservato ai tifosi viola. Si abbracciano Italiano e i suoi ragazzi. Sorridono, saltano, cantano. Già, i cori. Sapete come è andata a finire a Napoli? Con gli ultras della Fiorentina pronti a… salutare l’uscita del pubblico di casa intonando proprio le canzoni napoletane come ’O surdato ‘nnammurato’. Una botta di ironia in una domenica che lascia un segno importantissimo. Tutti bravi, tutti da abbracciare, ma la pacca della spalla più forte la merita Cabral. Già chiamato con simpatia, ‘Cabralone’ che nella porta del Napoli ha piazzato un pallone da centravanti vero e che in quel pallone aveva messo tanta di quella rabbia e tanta grinta esplosa con quella gioia a torso nudo sotto la curva dei tifosi azzurri. Era sembrato un leone in gabbia, Cabral per tutto il primo tempo.
Lottava su tutti i palloni, il brasiliano. Lottava e si arrabbiava. Così, quando ‘Cabralone’ l’ha buttata dentro, anche tutta la panchina viola è esplosa con lui. Certo, perché in quel momento la vittoria di Napoli stava diventando più concreta, ma quel ‘tutti in piedi’ della panchina accanto a Italiano, è stato solo il modo più bello per far vedere quanto lo spogliatoio viola voleva e aspettava quel gol di Cabral. Anzi, di ‘Cabralone’. «Sono molto felice – ha detto King Arthur a fine gara – abbiamo giocato una grande partita. Il mio gol? Ho grande fiducia in questo momento, anche per questo mi è riuscita la giocata. Vogliamo vincerle tutte, sappiamo di avere una squadra forte e vogliamo arrivare bene in fondo». Lo scrive La Nazione.