È la cronaca di un altro lunedì da stato di crisi che stavolta ha avuto come scenografia non l’albergo di Commisso (che ha seguito tutto dagli Stati Uniti) ma il centro sportivo Davide Astori. E’ lì, che si è ritrovata la squadra. Ed è lì che Joe Barone, fin dalla mattinata, si è messo al lavoro per cercare la soluzione migliore per venir fuori da un tunnel del quale, al momento, non si vede la fine. Poi, i giocatori. E Beppe Iachini. Per loro, come per tutto il gruppo squadra, la giornata è iniziata con un nuovo giro di tamponi.
Quindi l’allenamento in un clima che non poteva essere dei migliori. Il clou però, è arrivato dopo. Terminato il lavoro tra campo e palestra infatti, i viola sono stati chiamati a rapporto da Joe Barone. È stato il direttore generale a prendere la parola, e lo ha fatto usando toni particolarmente duri. Non troppi concetti, ma estremamente chiari. Ai giocatori, il dg, ha ribadito ancora una volta come non siano accettabili prove prive di carattere come quella di Roma. Serve, insomma, uno spirito completamente diverso. Al mister, invece, vengono imputate alcune scelte, la mancanza di gioco, di idee e di chiarezza nella proposta tattica. Non solo.
Alla dirigenza infatti non sono piaciute le dichiarazioni del mister nelle quali, più che assumersi le proprie responsabilità, Iachini ha elencato una lunga serie di alibi. Dall’assenza di Pezzella agli errori individuali, passando per la scarsa condizione di alcuni singoli al poco tempo avuto per lavorare con l’intero gruppo a disposizione.
Appigli che la società non pare più disposta a concedere. E così torniamo al messaggio di Barone e, quindi, di Commisso. «No more». Mai più prestazioni del genere. Iachini ha incassato, e resta convinto di poter venir fuori dalla palude. Con l’unica ricetta che conosce: il lavoro. Ma i bonus per lui sembrano davvero finiti. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
CorFio, allenatore post-Iachini: Sarri in pole con il 50%, al 30% c’è Mazzarri, al 20% D’Aversa