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Arch. Pettena: “Curve prima erano attaccate con lo scotch. Serviranno dei nuovi parcheggi”

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Arch. Pettena: “Curve prima erano attaccate con lo scotch. Serviranno dei nuovi parcheggi”

Redazione

10 Marzo · 10:18

Aggiornamento: 10 Marzo 2022 · 10:18

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Pettena

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Architetto Pettena. Mezzo secolo fa lei, bolzanino, è venuto a vivere, lavorare e «cambiare» Firenze. E non se ne è più andato. Ora guarda la sua città d’adozione che cambia, dall’alto delle colline di Fiesole.

Come valuta il progetto del nuovo Franchi?

«Il concorso era necessario, si doveva mettere mano a un monumento nazionale degli anni 30. Anche se ora passa dall’avere una forma a D a una forma a C, è un ottimo progetto. Rispetto alla Stazione di Santa Maria Novella, anch’essa espressione di quell’importante stagione fiorentina dell’architettura razionalista, il Franchi aveva molto bisogno di un restauro. La stazione è stata conservata bene, lo stadio no: la curva Ferrovia era più che maltrattata, prova lampante che non si dovevamo realizzare altre scale o strutture in cemento per i tabelloni luminosi. Tutti elementi che dimostrano quanto poco abbiamo imparato dalla storia, anche da quella recente. La necessità di rimetterci mano è stata molto ben interpretata dai vincitori, e secondo me molto merito è della giuria che conosco e apprezzo: è la dimostrazione che la scuola di architettura fiorentina è ancora dignitosa e in grado di produrre ottimi risultati. La presidentessa ha conferito un che di estremamente rispettoso al progetto. Parliamo di un luogo dove la presenza del passato è debordante».

Cosa la convince di più?

«Il progetto interpreta bene il piano funzionale e si pone in modo leggerissimo su quello strutturale. Cerca di non entrare in competizione col passato a differenza della pesantezza degli interventi precedenti. Lo studio vincitore è una garanzia assoluta della possibilità e della necessità che quest’opera di Nervi ha di essere da una parte difesa e dall’altra attualizzata, senza essere mortificata dall’aggiunta di nuove funzioni. Anzi direi che viene quasi “completata” dalle aggiunte».

La copertura è l’elemento su cui i detrattori hanno messo l’accento.

«Considerate la continuità formale delle due curve nuove che vengono realizzate per collegare la tribuna centrale al resto dello stadio. Prima erano quasi attaccate con lo scotch e il resto dello stadio si sposava male. Questo progetto propone una maggiore continuità linguistica e il riutilizzo delle vecchie due curve per ospitare funzioni di cui lo stadio è mancante, commerciali ed espositive».

La Fiorentina può stare tranquilla, dunque.

«Avrà anche la possibilità di giocare durante i lavori, è importante. Riuscirci sarà solo una questione di organizzazione intelligente del cantiere di restauro».

Cos’altro rimane da fare?

«Vivendo sulle colline di Fiesole e vedendo quante auto vengono quassù a parcheggiare, immagino che quando si arriverà a 40 mila utenti per lo stadio, magari si dovrà pensare ad altri spazi da razionalizzare per il parcheggio, oltre alla tramvia per alleggerire il peso».

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