Accelerazione. Ieri, l’operazione ripartenza ha segnato un gol. Il via libera agli allenamenti collettivi dovrebbe arrivare già oggi, combinazione fra un prudente sì del Comitato tecnico- scientifico e la sua traduzione politica sull’asse ministero della Salute-ministero dello Sport. Non è un sì alle partite, però si tratta di un passo avanti.
Il 18 maggio potrebbe dunque diventare la data spartiacque, il vero ritorno alla normalità con tanto di lavoro tecnico, schemi, partitelle, contatti. La Federcalcio ha riunito le sue componenti: prevale sempre una fiduciosa prudenza. Anche le preoccupazioni dei medici sociali sulla diversità dei protocolli (per ora sono in vigore le «raccomandazioni» della Federazione Medico-Sportiva, ma ci sono squadre che hanno ricominciato gli allenamenti individuali senza aver effettuato i test) potrebbero essere superate dall’accordo sul nuovo protocollo.
Ormai è chiaro: il ritiro blindato durerà 15 giorni, non di più, impossibile allungare la clausura perché i calciatori (e non solo loro) non ce la farebbero. Quindi la fase delle partite dovrebbe svolgersi in una sorta di autolockdown di tutti i protagonisti. Puoi andare a casa, ma devi ridurre il più possibile le tue occasioni sociali perché altrimenti metteresti a rischio tutta l’operazione. Lo scenario più probabile a questo punto è: via libera del governo agli allenamenti collettivi in questo fine settimana con il protocollo di Spadafora pubblicato all’inizio della prossima; vertice con il mondo del calcio e dello sport convocato dal presidente del consiglio Conte (prima si dovrà approvare il decreto legge «rilancio», che prevede fra l’altro anche misure «sportive»); consiglio federale; via ai ritiri blindati. Naturalmente il calcio vorrebbe un segnale dal governo anche sulla ripresa delle partite (non solo sugli allenamenti collettivi). Ma ora la situazione potrebbe ribaltarsi: è il calcio che dovrà accettare alcune condizioni, soprattutto quella sui comportamenti di fronte a una positività. Lo farà?
Se ne parlerà nell’assemblea di Lega di mercoledì. Dove la questione diritti tv avrà la priorità. Ieri sera Sky ha inviato una lettera a club e Lega per ribadire che non salderà la sesta rata e per lamentare il fatto di non aver ricevuto controproposte: 19 club su 20 hanno già emesso fatturazione e chiederanno che i contratti siano rispettati. Non sono state fatte proposte alternative perché l’obiettivo comune è tornare in campo. La via della mediazione ora sarà più difficile: lo scontro è dietro l’angolo.
Lo riporta La Gazzetta dello Sport.