Dopo la sconfitta della Fiorentina in casa del Sassuolo, l’allenatore viola Paolo Vanoli ha parlato in conferenza stampa, queste le sue parole:
“Dobbiamo scusa ai nostri giocatori, ora servono gli uomini, non giocatori, questa partita è stata l’emblema, basta alibi, basta avere paura, serve coraggio, siamo anche andati in vantaggio. Non serve il modulo o il sistema di gioco, bisogna giocare l’uno con l’altro. Adesso sono solo alibi.
Il rigorista era Albert, non l’ha voluto calciare, il secondo era Mandragora, Kean voleva calciarlo, il problema è che dopo l’1-0 ci hanno ammazzato, gli alibi sono finiti. Il modulo? Basta, bisogna giocare l’uno per l’altro, ogni palla è determinante, non ho ancora trovato la chiave per entrare dentro questi ragazzi. Per salvarti servono 10 vittorie. Non deve darsi da fare solo Paolo Vanoli, ma anche gli uomini, bisogna crescere in fretta, io veterani devono aiutare i giovani, il tempo è finito. Se ho accettato questa sfida è normale che penso di farcela. Io oggi devo trovare giocatori che devono combattere per questo. Ci sono anche giocatori importanti come Gosens, oggi sei anche partito bene.
De Gea? Oggi non bisogna entrare sui singoli, i ragazzi devono chiedere scusa a testa bassa, toccato il fondo, oggi non c’è più Kean, Fagioli, tizio o caio, oggi esiste la Fiorentina, oggi non vedo giocatori che corrono per il compagno, questo dobbiamo fare. Quando bisogna difendere bisogna farlo tutti con il coltello tra i denti, si può sbagliare ma gli atteggiamenti.
Perchè non ho cambiato modulo? Fazzini non è rientrato, pensavo di poter recuperare Gosens, mentre Fortini è stato fermato dalla febbre: con queste condizioni non posso inventarmi soluzioni impossibili. A volte credo sia giusto dare certezze, e l’inizio della partita lo ha mostrato chiaramente. Oggi però il problema principale è togliersi di dosso gli alibi legati alla paura. Paura di cosa? Questa è la situazione e va affrontata.
La prima cosa da fare è chiedere scusa ai nostri tifosi. La seconda è dimostrare di essere uomini. Possiamo anche cambiare modulo, ma se poi perdiamo? Si crea solo confusione, e diventa un altro alibi. Il mio obiettivo è mettere in campo ciò che il mister mi chiede, farlo bene, con entusiasmo e determinazione. Possiamo anche cambiare sistema di gioco, va benissimo, l’ho dimostrato nella mia carriera: non alleno per accontentare chi dice “metti la difesa a quattro o a tre”, io devo ragionare su ciò che ho a disposizione. E oggi il modulo non c’entra: sul calcio d’angolo il gol lo prendi comunque, non dipende dalla linea a tre o a quattro.
Posso usare Gud come esterno? Sì, potrei. Stanotte, alle quattro, sono andato a rivedermi le sue partite in nazionale quando giocava da esterno destro. Sapete com’è andata? Dopo un tempo lo hanno spostato davanti. Qui c’è la Fiorentina, c’è la salvezza da conquistare e bisogna tirare fuori il coltello, indipendentemente dal ruolo. Quando un giocatore arriva dice “per giocare farei anche il portiere”: e allora, se serve, fai anche il portiere. È ora di dircele chiaramente.
L’anno scorso c’era un centrocampista come Bove che quel ruolo lo interpretava alla perfezione, oppure Cataldi, abituato a piazze importanti: questa non è la stessa squadra dell’anno scorso. Ma io sono contento, perché questi giocatori possono farcela, davvero. Però da oggi basta scuse, neanche mezza. I tifosi sono stati encomiabili, anche stasera: sembrava di giocare in casa. Con un tifo così avrei corso cento volte su e giù per la fascia finché non mi avessero sostituito per la fatica.
Altrimenti sembra sempre che sia colpa dell’allenatore o di qualcun altro. No: ora bisogna rimboccarsi le maniche, perché abbiamo toccato il fondo. Quando sono arrivato si diceva che la squadra fosse forte, ma ci sono momenti difficili e bisogna crescere tutti. Oggi un campione come Kean deve comportarsi da campione. Facciamo un passo indietro e lavoriamo: ai ragazzi voglio dire che li aiuto io.
Se analizzassi tutti i problemi singolarmente dovrei fare lo psicologo e andrei a casa. La paura di giocare può esserci, è normale: quando vinci tutto diventa più facile, quando perdi è diverso. Ma per vincere bisogna osare, con lucidità, determinazione e voglia. Queste sono le battaglie da affrontare. Sono venuto qui sapendo benissimo a cosa andavo incontro; ho rinunciato anche a dei soldi perché credo fortemente in questa sfida. Nessuno mi ha mai regalato niente. Accetto le critiche e continuerò a farlo.
