Incontro interlocutorio dopo l’ultimatum viola, ieri mattina in Palazzo Vecchio, tra la sindaca Sara Funaro e il d.g. della Fiorentina Alessandro Ferrari, accompagnati dai rispettivi tecnici. Sul tavolo i lavori di ristrutturazione dello stadio Franchi e la possibilità che il club gigliato possa sostenere finanziariamente la realizzazione del secondo e ultimo lotto degli interventi. Queste opere non inizieranno prima del 2027, ma la società di Rocco Commisso, per bocca del suo d.g. in un intervista a La Repubblica di metà novembre, aveva fissato alla fine del 2025 il termine affinché possa entrare a far parte della partita, avviando una proposta. Un do ut des che si tradurrebbe per la Fiorentina, a fronte di un finanziamento ai lavori, in una concessione pluriennale dell’impianto ammodernato a un canone vantaggioso, rispetto alla cifra che il club dovrebbe versare al Comune se Palazzo Vecchio individuasse in proprio i 60 milioni di euro che mancherebbero per coprire tutti i costi.
La Fiorentina, come ribadito in più occasioni, chiede tempi certi per la ristrutturazione e il controllo dei lavori del secondo lotto. Alla fine del 2025 manca meno di un mese e la strada appare in salita, anche se i colloqui continui fanno capire l’intenzione di continuare a lavorare per trovare un accordo. Lunedì in Consiglio comunale l’assessora Letizia Perini ha dichiarato che il nuovo cronoprogramma per ultimare il primo lotto (necessario a seguito dell’ennesima variante ai cantieri approvata dalla giunta) «è in fase di definizione, perché sono in corso di ultimazione gli atti amministrativi». La sindaca Funaro dichiarò. che nel 2027 sarebbe fipita la prima parte e che entro il 2029 sarebbero terminati tutti i lavori, ma mancano gli atti che lo stabiliscano.
Interpellate, Fiorentina e Comune hanno confermato l’incontro, ma preferiscono non commentare. Non ci sarebbero stati comunque passi avanti significativi. Lo scrive il Corriere Fiorentino
