Luciano Chiarugi, ex attaccante della Fiorentina, ha rilasciato alcune parole a La Gazzetta dello Sport, ha parlato della Fiorentina di oggi ma anche di quella di ieri, che retrocedette:
“Cominciò Radice, poi arrivò Agroppi, infine ci chiamarono me e Antognoni. Ci dissero di restare sereni per 35 giorni. Facemmo i punti che servivano, ma all’ultima giornata non fummo aiutati dagli altri campi: battemmo il Foggia, ma Genoa-Milan e Roma-Udinese non ci furono favorevoli.
Parallelo con oggi? Mah quelli erano proprio altri tempi, un altro calcio, parliamo di più di 30 anni fa. Sicuramente anche allora avevamo una squadra con gente forte, con tanta qualità offensiva. Ma retrocedemmo. I Cecchi Gori, dopo quella rovinosa caduta, fecero restare quasi tutti i big e l’anno successivo risalimmo immediatamente. Con Claudio Ranieri allenatore. Ma le aggiungo una cosa, i Cecchi Gori sono stati dei grandi dirigenti. Perché hanno veramente voluto bene alla Fiorentina. E voglio ricordarli e salutare Vittorio con grande piacere.
Fiorentina ultima? C’è un evidente blocco psicologico. Dopo il gol preso bisogna reagire, provare a reagire subito. I ragazzi devono sbloccarsi con una vittoria. E ritrovare l’entusiasmo. I calciatori devono avere gli stimoli e sentirsi protagonisti. Devono lavorare nel gruppo, ma con personalità. Devono sentirsi tutti trascinatori, pure quelli che stanno in panchina senza giocare. I protagonisti sono loro, in campo vanno loro. Se hanno paura vuol dire che lo spessore non è elevato”.
