Generoso Rossi, ex portiere di Bari, Siena, Lecce e non solo, è stato intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport. E ha parlato soprattutto della squalifica del 2014 per calcioscommesse, un argomento su cui Rossi ha ancora il dente avvelenato tanto da usare parole forti su altri giocatori tra cui Nicolò Fagioli.
Queste le sue parole: “Ero un pesce piccolo e me lo misero in quel posto. Mi hanno bruciato una carriera che prometteva bene. Ero di proprietà del Palermo. Senza quella squalifica sarei andato alla Lazio a giocarmela con Peruzzi. Scommettevo, ma non sulla mia squadra. Lo facevo sulla Serie C, ma non potevo farlo. Non mi sono mai venduto una partita, come altri che invece giocano ancora. Uno di questi è Masiello, ma penso anche a Fagioli. Io li avrei radiati tutti”.
Aggiunge: “Fui accusato di aver manovrato un Chievo-Siena finito 1-1 del 2004, e io non giocavo nemmeno. La più grande soddisfazione me la diede Delio Rossi, però. Fu chiamato a testimoniare in merito e parlò di Lecce-Palermo di Serie B, stagione 2002-03, dove centrammo la promozione. Io ero già dei rosanero, ci giocavamo tutto con loro. Vincemmo 3-0 e ne uscii da migliore in campo. Per Rossi era impossibile che uno come me potesse vendersi una partita. La giustizia penale mi ha assolto, quella sportiva invece mi ha condannato. C’è gente che giocava con me a Siena che davvero si giocava la casa”.
