Le parole di Vanoli nel post-partita «Vorrei cambiare modulo, ma questa squadra non ha esterni» rispecchiano alla perfezione uno dei problemi più profondi della Fiorentina attuale: l’assenza di giocatori con caratteristiche da veri esterni offensivi.
Una situazione sorprendente, soprattutto se confrontata con gli anni passati.
Negli ultimi anni la Fiorentina ha avuto giocatori come Sottil, Ikoné e Kouamé: profili spesso criticati, considerati non determinanti o addirittura non all’altezza del progetto.
Eppure, oggi ci si ritrova nel paradosso di rimpiangerli. Non perché fossero campioni, ma perché almeno offrivano quello che oggi manca totalmente: strappi, velocità e capacità di saltare l’uomo. La rosa attuale, tolti Dodô, Parisi e il giovane Fortini, non presenta calciatori capaci di creare superiorità sull’esterno. Questo limita drasticamente le scelte tattiche.
La causa principale del problema, come spesso accade, sta nel mercato estivo: circa 90 milioni spesi, investimenti senza una logica coerente e soprattutto la mancanza di attenzione alle caratteristiche dei giocatori. La scelta più discussa rimane quella dei 30 milioni spesi per Piccoli, nonostante in rosa ci fosse già un altro centravanti come Kean. Un’operazione che ha affollato un reparto senza risolvere le lacune strutturali della squadra. Il risultato? Una rosa costruita in modo non equilibrato, senza esterni offensivi puri, che rende quasi impossibile adottare moduli come 4-3-3 o 4-2-3-1.
Vanoli può adattare giocatori, provare soluzioni con doppie coppie di terzini o con interpreti fuori ruolo, ma le variabili tattiche restano limitate.
La conclusione è amara: la Fiorentina si ritrova a rimpiangere calciatori che fino a poco tempo fa venivano considerati insufficienti. Non perché siano diventati improvvisamente migliori, ma perché oggi mancano totalmente le loro caratteristiche, quelle che permettevano alla squadra di avere almeno un’alternativa sugli esterni. È il risultato di un mercato disfunzionale, di soldi spesi male e di scelte tecniche poco coordinate.
Un paradosso che riassume perfettamente la situazione attuale: si sente la mancanza di giocatori che nessuno avrebbe più voluto, solo perché adesso non c’è nessuno che possa fare quel lavoro.
