Nelle pagine del Corriere dello Sport oggi in edicola troviamo un pezzo firmato da Alberto Polverosi: “Il neorealismo di Paolo Vanoli sta convincendo tutti. C’è un passaggio nella sua intervista post-Juventus che inquadra perfettamente la situazione della Fiorentina: «Mi dispiace per Commisso che ha fatto grandi investimenti in questi anni, ma oggi ci troviamo di fronte a una realtà precisa. Dobbiamo essere provinciali». Non c’è altra strada per arrivare alla salvezza. E, numeri alla mano, come ci può arrivare la Fiorentina? Facciamo due conti. Sei punti in 12 partite, ne mancano 7 alla fine del girone d’andata. Per tornare davvero a respirare ne servono 14, ma andrebbero bene anche 13, tradotto in risultati vuol dire 4 vittorie, due sconfitte e un pareggio o 3 vittorie e 4 pareggi. È qui che i “piccoli passi” di Vanoli si devono allungare e non poco.
Intanto il pari con la Juventus ha già mostrato nuovi segnali, piuttosto incoraggianti. La reazione allo svantaggio, il modo di giocare finalmente insieme, l’energia sprigionata da un corpo solo, quello della Fiorentina, la voglia di non perdere, è quanto è emerso sabato sera. E anche il piacere, oltre la necessità, di trovare un gruppo giovane e italiano. Negli ultimi 25 minuti la Fiorentina ha retto la spinta della Juve con Kouadio (2006), Ndour (2004) e Fortini (2006), tutt’e tre entrati bene in campo. All’appello è mancato Comuzzo (2005) che pure aveva giocato una buona partita con la Under 21. Il suo pieno recupero è uno degli obiettivi di Vanoli. Legato a questo, dovrà restituire a Pablo Marí una sicurezza che a Firenze si è vista poche volte. Tuttavia un altro obiettivo è già stato centrato: l’atteggiamento di Ranieri. L’allenatore lo aveva rassicurato sulla fascia da capitano, aggiungendo però un particolare: il suo modo di eccedere nelle proteste in campo non andava bene. Sabato sera Ranieri ha protestato, senza esagerare e senza sceneggiate, solo una volta, sul rigore poi tolto alla Juve al Var. Forse per evitare troppo scombussolamento, e di sicuro perchè l’idea gli piaceva, per l’attacco Vanoli è ripartito dalla scelta di Pioli, il doppio centravanti. Insieme, in campionato, Kean e Piccoli hanno giocato 341′ con un solo gol, su rigore, di Kean.
Lo scopo dell’allenatore era chiaro, tenere un attaccante col fisico di Piccoli a sbattersi fra Kelly e Kalulu, così da liberare Kean per puntare il fianco debole della difesa juventina, ovvero Koopmeiners. Come idea ha dato ottimi risultati, ma quei due hanno caratteristiche troppo simili per convivere bene sul piano tecnico. L’ex cagliaritano non si è mai visto. Così come, nella partita contro la Roma, appena entrato Piccoli era sparito l’ex juventino dopo un gran primo tempo. Forse accanto a Moise è meglio Dzeko, se serve il doppio centravanti, o Gudmundsson, che sta dando timidi segnali di ripresa. Più che coppia, Kean e Piccoli potrebbero diventare staffetta: dopo una battaglia forsennata, intorno al 70′ Kean ha perso energia e a quel punto Piccoli sarebbe stato il ricambio ideale. In Conference League si potrebbero rovesciare le parti, titolare Piccoli, poi dentro Kean. Vedremo giovedì contro l’Aek. Dopo i due pareggi di fila, la Fiorentina di Vanoli ha bisogno di una vittoria. Domenica ritroverà Palladino, l’allenatore dei 65 punti, contestato dai tifosi fino al suo abbandono strano e improvviso. Ma la vera motivazione dei viola è un’altra e Vanoli lo sa bene.”
