Una trattativa fatta di tira e molla, tattiche e controffensive, aggiustamenti e rilanci in corso d’opera senza esclusione di colpi. L’estenuante confronto tra Palazzo Vecchio e Fiorentina sulla possibilità che il patron viola Rocco Commisso entri nel progetto Franchi e investa risorse proprie (mancano all’appello almeno 50-60 milioni) nel secondo lotto del restyling somiglia a un braccio di ferro serrato. Il dialogo resta sempre aperto (nonostante l’ultimatum del dg Ferrari), ansie e tensioni però s’intrecciano.
In mezzo a questo gomitolo di strategie, la domanda che si fanno tutti i tifosi viola è sempre la stessa: a che punto sono i lavori allo stadio? L’ultima partita della Fiorentina al Franchi risale al 2 novembre e qualcosa da allora è cambiato. Nel cantiere sono comparse infatti due nuove gru e nel frattempo sono arrivate le prime travi prefabbricate, realizzate in provincia di Pordenone da Cimolai, colosso dell’acciaio che negli ultimi anni ha contribuito a tirare su impianti sportivi di rilevanza mondiale. Le strutture continueranno ad arrivare nelle prossime settimane e una volta assemblate andranno a comporre la copertura interamente in acciaio della Fiesole. E mentre lo scheletro della nuova Curva inizia a prendere forma, del nuovo cronoprogramma ancora non c’è traccia.
L’ultimo documento ufficiale in grado di scattare una fotografia (seppur non attuale) sullo stato di avanzamento dei lavori è stato pubblicato ieri in allegato a una delibera di giunta dove viene illustrato lo stato dell’arte dei progetti Pnrr e Pnc (Piano nazionale complementare) a Firenze. Premessa: la relazione descrive la situazione al 30 giugno 2025 e non tiene conto di quanto è stato fatto da luglio in avanti. Detto ciò, spicca quel 7,9% incasellato sotto la voce ‘Esecuzione: percentuale di realizzazione indicativa’. Il numero – fa sapere Palazzo Vecchio – si riferisce alla rendicontazione dell’intero investimento, comprensivo di tutte le risorse assegnate in origine, cosa che viene fatta per tutte le opere Pnrr anche se in realtà lo stadio Franchi è finanziato con risorse Pnc. La percentuale non si riferisce allo stato di attuazione dei lavori né alle risorse impegnate e concordate con le ditte, che sono inferiori all’intero investimento, ma ai pagamenti effettuati fino a giugno dal Comune. Una cifra destinata a crescere in modo considerevole proprio con l’arrivo degli elementi prefabbricati in calcestruzzo e acciaio in corso di produzione lontano dal Franchi.
Rispetto all’ultimo report pubblicato a fine 2024, in sei mesi la percentuale è salita di appena il 3,7%, un numero che certifica tutti gli ostacoli incontrati finora nei lavori. A fine ottobre Luca Buzzoni, direttore tecnico del progetto per Arup aveva spiegato: «I pagamenti vengono riconosciuti alle imprese e alla direzione lavori man mano che i lavori avanzano, in seguito a report mensili. Al momento ci è stato riconosciuto circa un 20%, la legge prevede che non ci vengano riconosciute le opere in corso in stabilimento che sarebbero un altro 20%».
Domani intanto la partita si sposterà a Nyon: intorno alle 14 è prevista una riunione tra Palazzo Vecchio, i progettisti Arup, la Fiorentina (spettatore interessato) e l’Uefa. Sul tavolo la candidatura del Franchi a ospitare alcune partite di Euro 2032, competizione che si disputerà tra Italia e Turchia. Due gli ostacoli principali da superare: i soldi mancanti per finanziare il secondo lotto e i posti scoperti nel parterre di tribuna. Entrambe le questioni non soddisfano i criteri Uefa. Entro settembre la Figc comunicherà i cinque stadi selezionati, tre posti sono già occupati da Torino, Roma e Milano. Ne restano due. Firenze vuole esserci e spera di tornare da Nyon con più certezze. Lo scrive La Nazione.
