“Sentimenti differenti tra il trionfo di Sinner e il ko della Nazionale. Quando si vince, si è tutti felici, quando si perde così ci sono mille recriminazioni. Soprattutto quando si perde in casa 4-1 contro la Norvegia, l’ennesima volta che perdiamo a Milano. Però c’è sempre una speranza, guardo sempre gli aspetti positivi: un primo tempo più che dignitoso e la prospettiva di un ingresso al Mondiale che ancora ci giochiamo. Dobbiamo fare in modo che questa prospettiva sia un elemento di fiducia.
Prima delle partite dell’italia in casa, la Federazione manda in onda la canzone storica ‘Un amore cosi grande’: di fronte a un amore cosi grande è chiaro che ci si senta traditi. Ma bisogna coltivare la speranza che possa riaccendersi qualcosa in campo e sono convinto che possiamo farcela”. Così Andrea Abodi, ministro per lo sport e per i giovani, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1, sulla serata dai due volti di ieri sera: il successo di Sinner a Torino e la pesante sconfitta della Nazionale contro la Norvegia.
Ipotesi stage a febbraio?
“Penso proprio di sì, è interesse comune che gli azzurri vadano aiMondiali. Sono convinto che si troverà un’intesa, a febbraio ci sarà questo stage. Gli altri lo fanno con un approccio diverso, noi invece abbiamo questa capacità di metterci i bastoni tra le ruote da soli”.
Perché nel calcio fatichiamo e negli altri sport voliamo?
“Tutte le altre discipline dimostrano che ancora abbiamo talento ed è strano che nel calcio fatichi a emergere. Viene dato poco spazio ai giovani italiani. Evidentemente dobbiamo fare un esame di coscienza.
Non è che da qui a marzo possiamo cambiare le cose, ma dobbiamo capire che nei momenti di difficoltà bisogna presidiare l’obiettivo immediato e al tempo stesso programmare il futuro.Negli ultimi vent’anni il calcio ha sacrificato il talento. C’è molto più attenzione alla funzionalità del gioco piuttosto che al talento. leri sera abbiamo visto due ventenni norvegesi come Nusa e Bobb, entrambi hanno un rapporto col pallone che noi facciamo fatica a sviluppare. Forse anche il modello tecnico va rivisto”.
Abodi sull’impiantistica:
“Un miliardo e seicento milioni è stato investito in questi tre anni per le infrastrutture sociali e di base: vogliamo che sport sia per tutti, come da Costituzione. Siamo a un punto di svolta: è stata chiusa la stagione del prendere atto che gli stadi italiani non siano all’altezza di quelli internazionali. Il progetto che il governo ha messo in piedi riguarda 12 stadi, che stanno concorrendo per Euro 2032, c’è un commissario straordinario come Massimo Sessa. C’è un portafoglio finanziario configurato col ministro Giorgetti per il fondo equity.”
Rischio di perdere Euro 2032?
No, è un rischio che non si corre, non capisco neanche questo allarme, non rappresenta la realtà. Saremo pronti a settembre 2026. Tre stadi ci sono, due si aggiungeranno sulla base di una competizione tra tutti i candidati. Stiamo mettendo in campo un’operazione di sistema, ognuno sarà messo nella condizione di superare le pastoie della burocrazia e di avere supporti finanziati non a fondo perduto ma con investimenti che lo Stato farà in tutti progetti stadio.” Lo scrive Tuttomercatoweb
