La costruzione è uno dei primi punti su cui l’allenatore nato a Varese lavorerà approfonditamente. Perché se da una parte ha manifestato la sua stima nei confronti di Nicolussi Caviglia, aggiungendo che è un calciatore «intelligente e disponibile», dall’altra gli ha lanciato un messaggio chiaro. Quindi il centrocampista valdostano dovrà rimboccarsi le maniche per dimostrare al tecnico di poter alzare il proprio livello, e di conseguenza quello dei suoi compagni. Se i viola vorranno iniziare a macinare punti non potranno fare a meno di proporre un gioco convincente.
Stando a quanto visto a Marassi, Vanoli punta a ripartire dal classico play (Nicolussi Caviglia) affiancato da due mezzali più ‘quantitative’ (Sohm, Mandragora). Il vertice basso interpreta un ruolo determinante nelle idee del tecnico lombardo, che sfrutterà al meglio la settimana di sosta per trasmettere le sue nozioni prima di tutto all’ex giocatore di Venezia e Juventus. Che dovrà perfezionare i movimenti, facendosi trovare più spesso dai propri compagni di reparto e viceversa servendoli con molta più costanza di adesso. È uno dei grandi provvedimenti da attuare.
La Fiorentina ha puntato con decisione su Nicolussi Caviglia nel calciomercato estivo. L’operazione è stata chiusa sulla base di un milione di euro per il prestito oneroso, più potenziali altri 7 di riscatto obbligatorio al verificarsi del 50% delle presenze annuali. Eventualmente partirebbe un contratto della durata di altri quattro anni (fino al 2030). Al ragazzo è stato garantito un ingaggio vicino al milione di euro netto a stagione. Si tratta di un’occasione per lui, reduce dalla retrocessione in serie B con il Venezia.
Nicolussi Caviglia è cosciente di tutto, e non ha mancato di dichiararlo nella conferenza stampa di presentazione a settembre: «È arrivata questa opportunità, sono felice di essere a Firenze». L’abito che gli cucirà addosso Vanoli è quello che veste meglio: «Mi reputo un centrocampista centrale, sia a due che a tre, come vertice basso. Il regista non è solo un ruolo, ma anche un compito all’interno degli spazi. Significa partecipare attivamente alla costruzione del gioco. Ma non solo: la cosa più importante è giocare in verticale». Le premesse ci sono, adesso starà a lui calarsi nella parte. Lo riporta il Corriere dello Sport.
