Mauro Bressan è stato uno dei protagonisti della Fiorentina “super” costruita durante l’era Cecchi Gori, una generazione di giocatori capace di vincere, forse meno di quanto meritasse, ma soprattutto di far sognare i tifosi con le notti di Champions League.
“Cecchi Gori spese un inferno per renderla grande”, ricorda Bressan in un’intervista a Gazzetta.it. “Era un presidente tifoso verace e genuino, amante delle donne. Si presentava in ritiro con attrici ventenni e volti televisivi, ci intratteneva con scherzi e battute. Eravamo uno squadrone di talenti.”
Bressan svela anche qualche retroscena sul gruppo di quegli anni:
“Batistuta grandissimo in campo, ma molto chiuso fuori. Quando batté il record di miglior marcatore della Fiorentina, festeggiò da solo sotto la curva. L’assist glielo feci io, ci aspettavamo una cena o un regalo, ma niente. Umanamente non ho mai avuto un rapporto con lui, era un solitario. Il vero leader era Rui Costa.”
Tra gli allenatori passati da Firenze, Bressan ha un debole per Fatih Terim:
“Terim era fantastico. Pretendeva hotel a cinque stelle, pasti perfetti e campi d’allenamento impeccabili. Del resto, lo chiamano ‘l’Imperatore’: aveva un carisma incredibile.”
E poi un ricordo su Giovanni Trapattoni, che ebbe sia a Cagliari che a Firenze:
“Trapattoni era un maestro diverso. Si allenava insieme a noi, ma teneva tutto leggero: aveva l’ossessione che qualcuno si infortunasse. E ogni sera, prima delle partite, passava in rassegna le camere per controllare che non ci fosse qualche donna.”
