Senza troppi giri di parole è stato proprio Vanoli a richiamare tutti all’ordine, squadra e ambiente, segnando una rottura con il recente passato inevitabile. Non è solo una questione di come dev’essere letto il punto raccolto a Marassi — un bottino non entusiasmante certamente utile però a riprendere il cammino dopo le tre sconfitte consecutive tra Inter, Lecce e Mainz — ma un vero e proprio cambio di paradigma, un salto mentale che tutti dovranno fare per abbandonare il prima possibile l’ultimo posto.
Ovvio, risalire la china non sarà un esercizio semplice né tantomeno rapido, ma in questo momento non esistono alternative al profondo bagno di umiltà (e realismo) cui è chiamato tutto l’universo Fiorentina, pena il rischio di allungare le distanze dalle dirette concorrenti. D’altronde non bastassero i problemi evidenti sia in difesa che a centrocampo, oltre che l’assenza di vittorie in undici giornate di campionato, i viola si ritrovano a fare i conti pure con un bilancio deficitario in termini di scontri diretti, almeno considerata la sconfitta con il Lecce e i pareggi raccolti contro Cagliari e Pisa cui aggiungere Genova.
Insomma se fino a qui le speranze si reggevano sulla presunta certezza che questo gruppo, prima o poi, avrebbe reagito, Vanoli ha ribaltato qualsiasi scenario, ripartendo dal concetto che per vincere serve tirarsi su le maniche e smettere di credere che la Fiorentina possa vincere la prossima partita per diritto divino. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
