Il trasferimento di Albert Gudmundsson dalla maglia del Genoa a quella della Fiorentina ha rappresentato un affare da ventiquattro milioni di euro tra prestito oneroso e cessione definitiva, ma anche una ferita aperta per i tifosi rossoblù. L’islandese, infatti, era diventato un simbolo del Grifone, protagonista della promozione in Serie A del 2023 sotto la guida di Alberto Gilardino, che aveva saputo valorizzarlo liberandone fantasia e imprevedibilità. Eppure, dal punto di vista economico, l’operazione è stata fondamentale per le casse del club ligure, che ancora oggi deve riconoscere a Gudmundsson un contributo decisivo, dentro e fuori dal campo.
Oggi, per la prima volta da avversario, Gudmundsson torna al “Ferraris” da titolare con la maglia viola, dopo che nell’ottobre 2024 era stato assente per infortunio. Sarà un ritorno carico di emozioni, con i tifosi genoani divisi tra il rimpianto per il suo addio e la necessità di concentrarsi su una classifica complicata che non lascia spazio al sentimentalismo. A Genova, in due anni e mezzo, Albert aveva conquistato tutti con il suo talento ma anche con la sua semplicità: un ragazzo alla mano, disponibile con i tifosi e profondamente legato alla città.
Il ricordo più iconico resta quello della notte della promozione, quando, dopo i festeggiamenti, fu riportato a casa da un tifoso in Vespa, sorridente e felice come un qualunque ragazzo di quartiere. Viveva in centro, amava i caruggi e le spiagge di Boccadasse, dove si confondeva tra la gente con il suo asciugamano rossoblù. Oggi il destino lo riporta sul prato del “Ferraris” in una sfida che sa di intrecci e nostalgia, ma che non cancellerà mai l’affetto che Genova ha provato — e probabilmente proverà sempre — per il suo “Gud”, il ragazzo della porta accanto diventato campione. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
