Con tempo e calma (relativi) da dedicare alla ricerca, non è escluso che i dirigenti di Commisso (a cui spetterà l’ultima parola) possano ampliare lo spettro dei candidati alla panchina viola, ma al momento Vanoli e Nesta sono i duellanti e Palladino l’outsider se così si può definire. Sfumato e defilato Roberto Mancini, capofila degli allenatori-suggestione con il potere di avere un impatto che altri non hanno ma che non gode più dei favori dei tifosi viola. Dire che il dopo Galloppa (che di sicuro si giocherà l’occasione avuta contro Mainz e Genoa) del dopo Pioli uscirà fuori da uno di questi tre nomi è possibile e non certo, e le valutazioni principali della Fiorentina – che a maggior ragione adesso continuerà a guardarsi intorno – sono ora per loro: Vanoli mette d’accordo quasi tutte le correnti dentro al Viola Park e ha considerazione per il lavoro fatto nelle giovanili azzurre e poi con Venezia e Torino; Nesta ha l’appoggio del direttore tecnico Goretti per aver lavorato insieme a Perugia e Reggio Emilia, ma l’operato del direttore tecnico è a sua volta sotto osservazione dopo aver guadagnato spazio per le dimissioni di Pradé; Palladino, infine ha la spinta dello spogliatoio che era con lui l’anno scorso, però nel suo caso più che mai è determinante il pensiero di Commisso a causa del dietrofront a maggio. Lo scrive il Corriere dello Sport.
