La Fiorentina ha chiuso l’ultimo calciomercato con un monte ingaggi netto pari a 36,52 milioni, in crescita rispetto al passato grazie anche al decreto crescita. Dal 2019, anno dell’arrivo di Rocco Commisso, il tetto salariale è infatti salito di oltre 11 milioni (allora era 25), segno di un investimento costante per alzare il livello della squadra in un contesto calcistico sempre più oneroso. Il ds Daniele Pradè ha sottolineato come l’aumento sia frutto di una scelta consapevole, in linea con la volontà della proprietà di mantenere l’asticella competitiva.
Il simbolo di questo nuovo corso è Moise Kean, il giocatore più pagato della gestione Commisso, con un ingaggio superiore a quello che in passato percepivano top player come Franck Ribery (4 milioni netti a stagione tra 2019 e 2021) o Nikola Milenkovic (3,3 milioni nel 2023-2024). Nella stagione attuale, dietro al centravanti azzurro, i più remunerati risultano Gudmundsson (2,2), Kouame e Gosens (2), seguiti da Quarta e Adli (1,8). Il totale della rosa ammonta a poco più di 35 milioni, in aumento rispetto ai 33,28 dell’annata precedente, con una distribuzione più equilibrata rispetto al passato.
Guardando indietro, si nota una crescita progressiva del tetto salariale: 32 milioni nel 2022-2023, 30,3 nel 2021-2022, 28,7 nel 2020-2021 e 25 milioni al debutto di Commisso nel 2019-2020. In quegli anni i giocatori di riferimento per ingaggio erano Ribery, Callejon, Milenkovic e Gonzalez, con distacchi significativi rispetto al resto del gruppo. Oggi, grazie anche ai benefici fiscali garantiti dal decreto crescita, la Fiorentina può permettersi di investire di più sui suoi talenti, rafforzando progressivamente la propria struttura salariale e consolidando l’ambizione di restare stabilmente nelle zone alte della Serie A. Lo scrive il Corriere dello Sport.
