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“Astori poteva essere salvato”: le motivazioni shock della Cassazione sulla condanna di Galanti

Firenze, stadio A.Franchi, 04.03.2023, Fiorentina-Milan, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

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“Astori poteva essere salvato”: le motivazioni shock della Cassazione sulla condanna di Galanti

Redazione

26 Agosto · 22:31

Aggiornamento: 26 Agosto 2025 · 22:31

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La Cassazione conferma la condanna per omicidio colposo: l’ex direttore di Medicina dello Sport di Careggi non prescrisse esami fondamentali

La Corte di Cassazione si è espressa con parole dure e definitive sulle responsabilità mediche nella morte di Davide Astori, ex capitano della Fiorentina, deceduto nel 2018 a causa di una patologia cardiaca non diagnosticata. Depositando le motivazioni della condanna inflitta a Giorgio Galanti, ex direttore di Medicina dello Sport dell’ospedale Careggi di Firenze, la Suprema Corte ha confermato la pena di un anno per omicidio colposo.

Si legge nella sentenza:
“La morte poteva essere evitata o, quantomeno, posticipata ad epoca significativamente posteriore se avesse prescritto gli esami necessari, consentendo una diagnosi corretta della patologia.”

Secondo i giudici, l’aritmia cardiaca osservata in Astori nel 2014, 2016 e 2017 avrebbe dovuto allertare il medico e spingerlo ad approfondire con accertamenti specialistici, in particolare considerando il contesto di un atleta professionista esposto a stress fisici continui.
“L’aritmia osservata nel 2014 e poi ancora nel 2016 e nel 2017, in un atleta professionista sottoposto quotidianamente a sforzi fisici intensi (tra sedute di allenamento e partite disputate) doveva indurre, in base ad una buona pratica clinico-assistenziale, pur in assenza di familiarità e di sintomaticità, a sottoporre l’atleta ad indagine cardiologiche più approfondite. Sarebbero stati necessari Holter nelle 24 ore, secondo il concorde parere degli esperti, e risonanza magnetica cardiaca.”

In conclusione, la Corte evidenzia il grave scostamento dalle prassi mediche consolidate, un’omissione che ha avuto conseguenze fatali.
“Il medico si è discostato dalle linee guida vigenti all’epoca, omettendo di prescrivere esami diagnostici fondamentali per la sicurezza del paziente. L’omissione, reiterata in due distinte occasioni, ha impedito la diagnosi di una patologia potenzialmente letale in un giovane atleta professionista, con le conseguenze drammatiche che ne sono derivate.”

Una pagina amara per la medicina sportiva e per il calcio italiano, che oggi vede riconosciute, nero su bianco, le responsabilità che hanno portato alla tragica e prematura scomparsa di Davide Astori.

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