La Fiorentina archivia con autorità la gara d’andata contro il Polissya, mettendo al sicuro la qualificazione già nei primi 90 minuti. Dopo il vantaggio iniziale sfiorato da Pongracic e concretizzato all’8′, i viola hanno attraversato un momento di sofferenza, con De Gea decisivo a evitare il pari su colpo di testa di Filippov. Nel momento più delicato è arrivato il raddoppio: accelerazione di Kean sulla destra, cross mancato da tutti ma raccolto da Gosens, implacabile nel firmare il 2-0.
Raccontati gli episodi chiave, va detto che la Fiorentina di Pioli ha passato l’esame. In campo col 3-5-2 perché non era pensabile approcciare con tre punte e un Dzeko che non corre a questi ritmi. È palese che si vada verso questo sistema di gioco come base di partenza. Anche con il nuovo Roberto Piccoli pronto all’uso. Tra i protagonisti della serata anche Ndour, schierato da mezzala sinistra con licenza di alzarsi e fare intensità, ripagando la fiducia con una prestazione brillante e l’assist che ha chiuso definitivamente la sfida. Il Polissya ha provato a reagire alzando il baricentro, ma ha pagato la stanchezza e la qualità complessivamente inferiore rispetto ai viola. Nazarenko e Filippov sono stati gli unici a creare qualche insidia, ma le differenze tecniche sono apparse nette: Fagioli ha potuto giocare a basso regime, Sohm non ha inciso e qualche sbavatura difensiva di Dodò e Comuzzo non ha pesato più di tanto.
Nella ripresa, nonostante l’inferiorità numerica, la Fiorentina ha difeso con ordine a cinque e sfruttato al meglio la profondità: al 24′ Gudmundsson ha chiuso i conti con un gran gol su lancio di Ndour. Pioli ha poi gestito il match inserendo Dzeko e concedendo spazio a diversi nuovi acquisti: Parisi, Sabiri all’esordio ufficiale, e i giovani Fazzini e Viti, freschi ex Empoli, hanno potuto assaporare i primi minuti in maglia viola. Una vittoria rotonda e convincente che certifica il divario tra le due squadre e spiana la strada verso i gironi di Conference League. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.