La Fiorentina conquista la semifinale di Conference League, la decima della sua storia europea, ma con più fatica del previsto. Nonostante il divario tecnico con il Celje, i viola hanno sofferto fino alla fine per strappare il pass per Siviglia, dove il 1° maggio affronteranno il Betis in una delle sfide più insidiose degli ultimi anni. In tribuna la gioia di Commisso contrasta con le difficoltà viste in campo: la squadra, pur schierando i titolari, ha faticato a trovare ritmo e idee. Il gol decisivo è arrivato ancora una volta da Kean, sempre più protagonista con 5 reti in Conference e 26 in stagione, che ha evitato i supplementari dopo la rimonta slovena.
Palladino aveva impostato la gara per chiudere subito i giochi: Kean e Gudmundsson in attacco, Folorunsho adattato a destra per sostituire lo squalificato Dodò. Ma nel primo tempo serve una parata prodigiosa di De Gea per tenere la porta inviolata. La Fiorentina, seppur lenta e prevedibile, trova il vantaggio con Mandragora su assist di Pongracic. La ripresa però è da incubo: il Celje, ordinato e brillante nel palleggio, pareggia con Matko e passa avanti con Nemanic, sfruttando due errori difensivi clamorosi dei viola. Il Franchi ammutolisce.
La reazione, seppur tardiva, arriva subito dopo: Kean sigla il 2-2, rete convalidata dopo un lungo check del Var. La Fiorentina ci prova ancora, segna due gol (Ranieri e lo stesso Kean) entrambi annullati per fuorigioco, poi si chiude in difesa per resistere al forcing sloveno. Alla fine il risultato regge, ma la prestazione lascia molti interrogativi. Per sperare di arrivare in fondo alla competizione – con Betis e forse Chelsea all’orizzonte — servirà un deciso cambio di marcia. Lo scrive il Corriere Fiorentino.