Nessuna ottava vittoria di fila o qualificazione ipotetica per gli ottavi di Conference. A Nicosia la Fiorentina crolla. Uno stop inatteso per il livello dell’avversario, quanto pesante per la mancanza di spirito con cui la squadra di Palladino ha affrontato l’Apoel. Fino ad ora in Conference anche la squadra delle riserve aveva fatto il suo, ma la sfida del GSP Stadium ha cambiato queste certezze. Gli esperimenti di Palladino falliscono tutti: dal timido Richardson in trequarti a Parisi esterno alto di destra. Manca chiaramente anche il vice-Kean, perché Kouamé non è riuscito a capitalizzare le poche occasioni avute.
L’atteggiamento complessivo è stato il vero problema della squadra di Palladino: una Fiorentina sconclusionata, con poca voglia e mai veramente pericolosa. Questa sconfitta ha fatto cadere la Fiorentina nel gruppo delle “altre” della Conference League e in più ha rimesso in discussione la crescita degli ultimi due mesi. Nella partita di ieri abbiamo rivisto gli errori del playoff di Conference e anche lo stesso atteggiamento tattico, perché nel secondo tempo Palladino è tornato al 3-4-2-1 di inizio stagione. La circolazione lenta del pallone ha favorito il recupero da parte dei ciprioti nelle zone alte del campo, mentre una difesa ordinata e compatta ha fatto il resto. La Fiorentina, troppo brutta per essere vera, a Cipro non si è vista e questo dovrà far riflettere il tecnico viola. Lo riporta La Gazzetta dello Sport.