Se fino a qualche mese fa alla domanda: «Ma chi è il capitano della Fiorentina?», la risposta – scontata – sarebbe stata «Cristiano Biraghi», oggi a tre mesi dall’inizio dell’era Palladino la replica più corretta allo stesso quesito sarebbe: «Biraghi, ma non solo». Questo perché, in virtù di alcune scelte tecniche e tattiche di Palladino, non sempre il terzino è rientrato nell’undici iniziale (appena una volta nelle ultime 3 gare) e dunque in sua assenza si è posta la necessità di individuare uno o più giocatori in grado di portare la fascia. Chi tuttavia pensa che il classe ’92, abbia perso i suoi gradi di leader è destinato a sbagliarsi. Anche perché l’ex Inter ha fin qui giocato 57’ in più rispetto alla scorsa stagione, prendendo in esame lo stesso numero di partite (628’ contro i 571’ di un anno fa). Dove sta allora la differenza? Risiede probabilmente nella volontà da parte dell’allenatore di identificare all’interno della squadra altre figure di riferimento pronte caricarsi sulle spalle il peso del gruppo nei momenti di difficoltà, nelle gare che contano oppure quando si rende necessario attuare delle rotazioni: si spiega così la scelta di premiare elementi come Martinez Quarta (capitano nella sfida d’andata con la Puskas Akademia), Kouame (che quel ruolo lo ha rivestito nella gara contro l’Empoli, suonando poi la carica nel post partita davanti alle telecamere) ma anche Ranieri (l’ultimo a essere premiato con questo riconoscimento nel match con il Milan prima della sosta).
Tre figure che, in un modo o nell’altro, rappresentano qualcosa di non banale all’interno della storia recente della Fiorentina: il «Chino» è stato infatti il primo giocatore che la scorsa estate ha rinnovato il contratto legandosi al club di Commisso fino al 2028, l’ivoriano – in occasione del derby – era il giocatore nell’undici di partenza con più presenze in viola mentre il centrale incarna in sé i valori che devono essere propri di un giocatore che, dopo nove anni di settore giovanile con la stessa maglia, riesce ad affermarsi in prima squadra. La sensazione però è che Palladino non abbia esaurito le sue sorprese. E che in futuro, se si renderà necessario, potrebbe consegnare la fascia di capitano ad altri leader della Fiorentina, persino a quelli di più recente arrivo. Un nome su tutti? David De Gea, l’uomo della provvidenza che ha già fatto di Firenze la sua casa. Lo scrive La Nazione.