
La Fiorentina ha perso 3 partite nel girone di ritorno, sarà un caso ma in ognuna di queste non c’era la coppia centrale Milenkovic-Igor, il che può essere una coincidenza oppure no, certo che le statistiche sono dalla parte della «ditta difensiva» serbobrasiliana: solo 3 le reti subite nelle ultime 6 partite (con Milenkovic e Igor titolari), 2 nelle ultime 4 e addirittura di queste solo una su azione (quella contro l’Inter). Il che – senza innamorarsi troppo di numeri che possono essere smentiti per effetto di una prodezza personale – sembra una solida garanzia anche se di fronte c’è una squadra talentuosa come il Napoli, abile nella preparazione dell’uno contro uno e con interpreti capaci di saltare l’uomo negli ultimi trenta metri.
Molta tecnica diffusa per innescare l’affondo al momento giusto, altrettanta letalità nel gestirlo partendo dalle fasce o con gli inserimenti dei centrocampistiMa nel girone di ritorno è stata innegabile l’affidabilità viola nella fase difensiva generale, che ha trovato grandissima sicurezza nella coppia Milenkovic-Igor: e i numeri raccontano che sono state solo 0,86 reti le reti subite a partita con loro due in campo a fronte delle 1,53 incassate senza di loro, cioè quasi il doppio. A forza di sommare dati ci si convince che con loro due sia stata trovata la quadra per la gestione delle situazioni di recupero negli spazi, ma anche nella fase di prevenzione dei pericoli.
In questa è miglioratissimo Igor, sul quale il lavoro di Italiano e del suo staff ha ottenuto risultati evidenti soprattutto nella capacità di concentrazione e letturain anticipo delle situazioni potenzialmente pericolose.Milenkovic ha commesso qualche errore determinante nella prima parte del campionato – difficile per tutti giocare con una difesa così alta, prima delle correzioni di Italiano – ma poi ha trovato sicurezza anche nella interpretazione delle fasi di sofferenza in cui bisogna preparare il movimento in una frazione di secondo per evitare figuracce personali, oltreche guai generali. Italiano con Igor e Milenkovic ha unito fisicità e velocità, più la giusta dose di esperienza: è intorno a loro però che si deve guardare per capire come la Fiorentina sia una delle squadre che concede meno occasioni di tiro agli avversari. Lo scrive La Nazione.