Il dirigente viola Burdisso si è raccontato ai microfoni di TNT SPORT
“Sul rapporto con le critiche racconta, ognuno si approccia in modo diverso al calcio, ci sono quelli a cui le critiche danno forza e stimoli, altri invece che si deprimono. Credo alla psicologia nel calcio, l’aiuto di un professionista serve per schiarire e riordinare le idee. Le prime critiche le ho ricevute dopo una sconfitta sul campo del Newell’s, perdemmo 1-0, giocammo molto male ma avevo giocato 7 partite in prima squadra e quando mi arrivava la palla mi arrivavano un sacco di insulti. Lì ho capito che non potevo più essere giocatore-tifoso, ero un professionista. Avevo 22 anni. Oggi sono nel mondo del calcio in un’altra ottica non più in campo ma nella dirigenza. Ma le partite sono uno stato d’animo. Sono nella fase più di quantità che di qualità, guardo tanto e cerco di analizzare il calcio. Nel mio ruolo ti chiamano perché tu dia risposte: che tu fornisca profili di allenatori e di giocatori. E io devo essere preparato”.